Cortese (Pd): “Legge regionale Caregiver passo importante, ma bisogna aumentare le risorse”

MILANO – Questa mattina in Consiglio Regionale della Lombardia, è stata approvata all’unanimità la nuova legge regionale sugli assistenti famigliari alle persone non autosufficienti. Già nella scorsa legislatura, infatti, con il consigliere Gianni Girelli, il Gruppo Pd aveva presentato un progetto di legge che ha contribuito ad aprire una strada sul tema.

“Regione Lombardia – spiega la consigliere regionale del Pd paola Cortese – compie un primo importante passo in un percorso di riconoscimento e valorizzazione che speriamo possa fare da apripista anche a livello nazionale e su cui servirà aumentare gli investimenti.

Abbiamo votato ‘sì’ perché crediamo nell’importanza del tema e abbiamo contribuito, in Commissione Sanità, a raggiungere questo obiettivo. – dichiara Cortese –. Non nascondiamo, però, le criticità e lanciamo uno stimolo a continuare a lavorare intensamente su questo progetto, affinché non sia solo un provvedimento di superficie. Serve, innanzitutto, aumentare significativamente i fondi per il supporto ai caregiver. Quelli individuati dalla Giunta (300.000 euro) non sono minimamente sufficienti. Chiederemo, pertanto, che si prenda un impegno serio in questo senso e presenteremo, già in dicembre, un emendamento al bilancio di previsione con cui proporremo di stanziare più risorse.

Sicuramente, questa legge ha il grande merito di aver codificato una figura – quella del caregiver famigliare – e di aver avviato un percorso là dove, anche a livello nazionale, la legislazione è molto carente. E’ chiaro, poi, che la materia è complessa e che serviranno sicuramente aggiustamenti. Così come sarà importante, per la Lombardia, farsi parte attiva con il Governo nazionale affinché si affronti in quella sede una nuova normativa nazionale per quanto riguarda gli aspetti che non sono di competenza regionale. Serve colmare un vuoto normativo e culturale. La Lombardia su questo tema può e deve essere un apripista per l’Italia e dare l’esempio per essere all’altezza delle nazioni europee più avanzate nel riconoscimento e nel supporto all’assistenza famigliare”.