Covid, cresce l’allarme varianti. Bassetti: “Brasiliana e sudafricana sembrano le più pericolose. Servono risorse per le mappature”

Covid, cresce l'allarme varianti: Bassetti

E’ allarme varianti covid in Italia. “La variante brasiliana rischia di diventare il nuovo mostro di questa crisi in tutta Italia. Lo dico con la preoccupazione per l’Umbria e per il Paese”. Lo ha sottolineato la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei in Assemblea legislativa. “Si susseguono notizie – ha detto Tesei – di nuovi focolai all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, nelle Marche in Abruzzo, in Molise, in Toscana, a Messina, mentre l’Alto Adige è in lockdown per tre settimane. Se sarà così, spero di no, all’Umbria è toccato di isolare la nuova variante e affrontarla per prima”.
Intanto proprio sul pericolo varianti il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria Matteo Bassetti è intervenuto all’Adnkronos.
“Difficile dire quale variante è più pericolosa tra quelle fino ad oggi individuate. Quella sudafricana e quella brasiliana sembrerebbero essere le più pericolose. La prima si concentra di più nella saliva ed è più facilmente contagiosa, e poi ha la capacità di avere questo meccanismo per cui può scappare alle difese immunitarie che noi produciamo. Ovvero: una persona viene in contatto con il virus, produce gli anticorpi e nonostante gli anticorpi si infetta lo stesso per una seconda volta, anche poco tempo dopo la prima”, dice Bassetti. “I vaccini sono stati sviluppati sulla proteina ‘Spike’ del virus cinese, il primo sequenziato. Potrebbe essere quindi che queste varianti scappino ai vaccini. È un punto ancora non definito che però preoccupa. Sulla variante inglese invece, per ora predominante in Europa, i vaccini sembrano funzionare” ha dichiarato il medico che ha aggiunto: ora la cosa più importante è dire che siamo il Paese in Ue che fa meno rilevazione di sequenziamenti: 1 su 1.000 positivi, mentre ci sono Paesi che ne fanno 40-50 e la Danimarca arriva a 150 su 1.000 positivi. Non si può pensare di parlare delle varianti senza sapere che cosa sta succedendo nel nostro Paese”, avverte Bassetti. “Non abbiamo un’idea chiara su questo problema perché non si è adeguatamente investito sui laboratori per il sequenziamento genetico. Alcune strutture lo fanno molte altre no. Servono risorse per fare una mappatura quotidiana: tutti i laboratori devono inviare un certo numero di campioni e devono mandare i risultati al ministero della Salute che poi deve elaborare una mappa della circolazione delle varianti nel Paese. C’è urgenza su questo tema e stiamo perdendo molto tempo” conclude Bassetti.