Covid, Forattini (Pd): “Rimborso alle Rsa e Rsd. Riaprire in sicurezza ai parenti”

MILANO – Domani, mercoledì 18 novembre 2020, in commissione Sanità del consiglio regionale, sarà votato un progetto di legge regionale, a firma del presidente Fontana e dell’assessore al Welfare Gallera, volto a stabilire un ristoro economico per le Rsa della Lombardia che a causa della pandemia si ritrovano con importanti buchi di bilancio, dovuti alle maggiori spese sostenute e al mancato incasso di rette dagli ospiti e di contributi regionali, per i tanti posti letto rimasti vuoti a causa dei numerosi decessi.

Sulla proposta della Giunta regionale interviene anche Antonella Forattini, componente dem della commissione Sanità: “Bene il ristoro alle Rsa, ma non è accettabile che la Regione lasci indietro il mondo della disabilità, anch’esso colpito gravemente dalla pandemia: la proposta va allargata anche alle residenze sanitarie per i disabili, le Rsd, e ai servizi sociosanitari residenziali, come le poche Comunità socio sanitarie a oggi esistenti, le Css e le cure intermedie. E poi con l’arrivo dei tamponi rapidi la Giunta regionale deve dare una svolta al tracciamento nelle strutture protette, proprio là dove più è necessario proteggere le persone più fragili e vulnerabili al virus: ospiti e operatori devono essere testati una volta alla settimana e non ogni due settimane come si dice a Palazzo Lombardia. Intervalli maggiori non garantiscono la possibilità di scovare i positivi in tempo per poterli isolare prima che creino focolai”.

“Il ristoro previsto dal progetto di legge Fontana-Gallera è a costo zero per la Regione – specifica Forattini – nel senso che attinge (e solo parzialmente) a un budget regionale non versato da marzo a oggi ai gestori, ma non basta a coprire i loro maggiori costi, con il rischio che ospiti e familiari possano vedersi aumentare le rette nei prossimi mesi. Allora noi diciamo che la Regione deve coprire tutti i maggiori costi sociosanitari sostenuti dai gestori e poi si rinegozierà il contributo regionale dal 2022”.

Riguardo, poi, alle visite dei familiari ai loro parenti in Rsa, Rsd e Css, secondo la consigliera dem “con i test rapidi si devono poter fare, In pandemia è sacrosanto limitare le visite, ma non vietarle, la Regione ci ripensi: con i tamponi antigenici si può garantire la sicurezza in 20 minuti, testando i parenti in ingresso e consentendo le visite in spazi protetti, come già fatto in Veneto con le ‘stanze degli abbracci’. La relazione è parte della cura, spiegano gli esperti, e in alcuni casi da 8 mesi familiari e ospiti dei servizi non hanno potuto reincontrarsi, con esiti a volte drammatici nel decadimento psicofisico degli ospiti”.

Tutte queste proposte sono state tradotte in emendamenti che il gruppo del Pd proporrà al voto domattina, in Commissione, compresa l’istituzione di un ‘Tavolo regionale sociosanitario per l’emergenza pandemica’ con la partecipazione di specialisti ed erogatori di servizi sociosanitari residenziali, diurni e domiciliari, per monitorare le misure di gestione e contenimento del Covid-19 nei relativi servizi.