“C’è una piccola chance che il vaccino possa arrivare entro Natale”. Lo ha detto Andrew Pollard, a capo della sperimentazione del vaccino anti-Covid all’Università di Oxford, parlando al Science and Technology Committee. Lo scienziato si è detto “ottimista” sui progressi e sulla fase avanzata dei risultati del trial di Fase 3 che dovrebbero rivelare se il vaccino funziona. “La nostra sperimentazione è una delle tante in corso nel mondo – ha aggiunto – alcune potrebbero avere i risultati prima della fine dell’anno”. Il vaccino in sperimentazione a Oxford è targato AstraZeneca e vede la collaborazione anche dell’Irbm di Pomezia.
Il vaccino sarà testato in sette centri italiani tra cui l’ Azienda Ospedaliero–Universitaria di Modena. Sarà suo compito arruolare e seguire 300 pazienti provenienti da tutta l’Emilia Romagna.
“Noi ci aspettiamo che alla fine di novembre possa essere conclusa la fase tre della sperimentazione clinica, a quel punto la parola passerà alle agenzie regolatorie – ha affermato nei giorni scorsi Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus – I tempi normale potrebbero essere 6-8 mesi, ma in una situazione così importante penso che le agenzie regolatorie cercheranno di ridurre i tempi per dare una risposta nel giro di qualche settimana. Questo non vuol dire che i vaccino non sarà sicuro, i tempi che possono essere accorciati sono quelli della burocrazia, della normale pratica dell’iter burocratico. Mentre tutti i tempi dovuti ai controlli scientifici saranno mantenuti in maniera severa”.
“Non esiste una multinazionale disposta a mettere in gioco la propria credibilità – ha aggiunto Di Lorenzo – e la propria reputazione scientifica per accorciare oltre il consentito i termini di una valutazione, sarebbe assurdo. Per questo è un argomento su cui si può essere più che sicuri. Il comune buonsenso lo porta a capire facilmente, solo che il comune buonsenso non è comune a tutti, quindi c’è sempre qualcuno che fa retro pensieri. Il problema è riuscire ad arrivare alla fine dei test senza che si verifichino eventi avversi. Se così sarà, le agenzie regolatorie impiegheranno 3-4 settimane e si arriverà ad una consegna delle prime 20-30 milioni di dosi all’Unione Europea entro fine anno. Se anziché prendere 4 settimane se ne prenderanno il doppio allora si arriverà a gennaio. Attaccarsi al discorso se sarà fine anno o inizio gennaio, la vedo piu’ una questione teorica che con risvolti pratici. La gente vuole capire se in tempi certi potremo avere tutti a disposizione uno strumento per contrastare la pandemia e per tornare ad un minimo di vita normale dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico”.