Covid: preoccupa la situazione in una Rsa mantovana con anziani in condizioni critiche. Alcuni si sarebbero ripositivizzati

MANTOVA – Ci sono almeno due Rsa nel mantovano con anziani positivi al Covid e, in una di queste, sarebbero ben sedici i contagiati tutti ricoverati all’ospedale Carlo Poma, così come prescrivono le indicazioni regionali che vietano la permanenza dei positivi nelle Rsa.
Sei di questi al momento del ricovero erano in condizioni molto critiche tanto da dover essere portati in terapia intensiva. Gli altri ospiti avrebbero invece sintomi lievi. Ma nella stessa Casa di riposo c’è anche del personale contagiato tra cui un medico ricoverato in gravi condizioni. E, dato che ha messo parecchio in allarme, ci sarebbero ospiti che si sarebbero ripositivizzati: che erano quindi stati positivi, poi dichiarati negativi al tampone, e che oggi sarebbero di nuovo positivi. Numeri invece molto contenuti nella seconda Rsa.
Sono alcuni dei tanti punti emersi stamani durante l’incontro on line tra i dirigenti di Ats, Asst, le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti di Apromea e Uneba, le due associazioni a cui fanno riferimento le Rsa mantovane. 
Proprio la situazione della struttura dove si è verificato il focolaio preoccupa molto i dirigenti della stessa Asst perchè “i tamponi non sono finiti altri positivi possono dunque essercene e pare che in giornata sia poi arrivata la conferma di nuovi contagi. Servono dunque strutture sul territorio in grado di ospitare gli ospiti positivi nelle Rsa”, in particolare quelli asintomatici che non necessiterebbero di ricovero ma che invece oggi occupano posti letto negli ospedali. Posti letto che, visto il crescere dell’emergenza, possono servire a malati Covid con sintomi.
Proprio sulla necessità di recuperare al più presto strutture in grado di garantire l’isolamento agli anziani contagiati nelle Rsa ha insistito molto durante l’incontro Cesira Chittolini, segretaria della FP Cisl Asse del Po che poi ha evidenziato il grande problema degli ospiti delle Case di Riposo i quali, dopo quattro mesi passati durante la Fase 1 senza mai poter vedere i parenti, si ritrovano di nuovo nella stessa situazione. Chittolini si chiede “come mai il primo provvedimento della Regione sia stato quello di vietare di nuovo le visite quando durante la prima ondata dell’epidemia i parenti non hanno potuto accedere alle Rsa fin dal 23 febbraio e quindi non sono stati di certo loro a portare il contagio all’interno delle strutture”.
La segretaria della FP Cisl ha fatto presente che “oggi vi sarebbero tutti gli strumenti per permettere visite tra gli anziani e i loro familiari in piena sicurezza e quanto l’averlo di nuovo vietato incida pesantemente sulla salute degli stessi anziani”.
E’ invece la segretaria provinciale della Uil FPL Daniela Bussemi a sottolineare che “la situazione presentata durante il vertice impone di “tenere molto alta l’attenzione perchè, anche se oggi i numeri dei contagi nelle Rsa sarebbero ancora abbastanza contenuti, il timore è che possano comunque aumentare velocemente. Va mantenuta l’attenzione anche sulla disponibilità dei dispositivi di sicurezza. Da quanto ci hanno detto scorte ce ne sono ma non così abbondanti, in particolare per quanto riguarda i guanti in nitrile che sono quelli che garantiscono la maggior resistenza”.

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