Covid, da oggi i docenti no vax tornano a scuola ma non possono insegnare

Covid, con la fine dello stato d’emergenza in Italia cambiano anche le misure e le regole nella scuola.
Da oggi in particolare, secondo il decreto ministeriale, il personale non vaccinato può rientrare a scuola, ma non in classe. Da venerdì 1° aprile, scrive il Miur, “cessano gli effetti dei provvedimenti di sospensione del personale docente e educativo disposti ai sensi della previgente normativa per il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale” ed “il personale docente ed educativo inadempiente all’obbligo vaccinale potrà tornare a scuola” ma solo per “essere impiegato nello svolgimento di tutte le altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni, quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione”.

“A detto personale si applicano, fino al 15 giugno 2022 o fino alla data di adempimento dell’obbligo vaccinale, le vigenti disposizioni normative e contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa del personale docente ed educativo dichiarato temporaneamente inidoneo all’insegnamento”.
La circolare ricorda che “l’obbligo vaccinale continua a riguardare il ciclo vaccinale primario e la successiva dose di richiamo” e che “l’inadempimento dell’obbligo” comporta la “sanzione amministrativa pecuniaria di euro cento”: il personale scolastico quindi “potrà essere adibito alla normale attività didattica solo se abbia adempiuto all’obbligo vaccinale, mentre, in caso di persistente inadempimento, dovrà essere sostituito” secondo quanto previsto dalla normativa, secondo la quale “i dirigenti scolastici e i responsabili delle istituzioni provvedono, dal primo aprile 2022 fino al termine delle lezioni dell’anno scolastico 2021-2022, alla sostituzione del personale docente e educativo non vaccinato mediante l’attribuzione di contratti a tempo determinato che si risolvono di diritto nel momento in cui i soggetti sostituiti, avendo adempiuto all’obbligo vaccinale, riacquistano il diritto di svolgere l’attività didattica”.

Il rientro a scuola dei prof no vax si sta già rilevando un grosso problema per i dirigenti scolastici che devono trovar qualcosa da far fare a questi insegnanti che non possono stare a contatto con gli studenti. Probabilmente saranno utilizzati per i corsi di recupero con la Didattica a distanza e per poco altro: è chiaro che la loro gestione non sarà facile. Così come non sarà facile trovare loro un luogo fisico dove possono stare.
Ancora più difficile sarà  la situazione del personale Ata. Il Ministero dice che possono, e non che ‘devono’, essere normalmente adibiti alle ordinarie attività, perchè non lavorano a stretto contatto con gli studenti ma nelle scuole dell’infanzia ad esempio i collaboratori Ata lavorano invece vicinissimi ai bambini. Cosa fare dunque?
Il rischio è che ogni preside interpreti a proprio modo le indicazioni ministeriali aumentando la confusione. I sindacati attendono infatti velocemente chiarimenti dallo stesso Ministero,

Per quanto ruguarda gli studenti “Chi è positivo va a casa, ma tutti gli altri rimangono in classe. L’obiettivo del governo è tenere i ragazzi il più possibile in classe. Io rivendico le scelte fatte dal governo: dopo Natale tanti pensavano che sarebbe stato più prudente riaprire la scuola alla fine di gennaio, il governo ha scelto di riportare subito gli studenti in classe e i fatti ci hanno dato ragione”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella puntata di Che tempo che fa di domenica scorsa.

Nel dettaglio, se si è positivi al Covid o se si presenta una sintomatologia respiratoria e una temperatura corporea superiore ai 37,5° resta fermo il divieto di accedere o permanere nei locali scolastici.

Riguardo alla gestione dei casi di positività, nelle scuole dell’infanzia e nei servizi educativi per l’infanzia in presenza di almeno quattro casi di positività tra le alunne e gli alunni nella stessa sezione/gruppo classe, le attività proseguono in presenza e per docenti ed educatori, nonché per le bambine e i bambini che abbiano superato i sei anni, è previsto l’utilizzo delle mascherine Ffp2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con il soggetto positivo. In caso di comparsa di sintomi, è obbligatorio effettuare un test antigenico (rapido o autosomministrato) o un test molecolare. Se si è ancora sintomatici, il test va ripetuto al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. In questo caso l’esito negativo del test è attestato con autocertificazione.

Alle scuole primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado e sistema di istruzione e formazione professionale: in presenza di almeno quattro casi di positività tra le alunne e gli alunni, le attività proseguono in presenza e per i docenti e gli studenti che abbiano superato i sei anni di età è previsto l’utilizzo delle mascherine Ffp2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con il soggetto positivo. In caso di comparsa di sintomi, è obbligatorio effettuare un test antigenico (rapido o autosomministrato) o un test molecolare. Se si è ancora sintomatici, il test va ripetuto al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. In questo caso l’esito negativo del test è attestato con autocertificazione.

Riguardo alla didattica digitale integrata, le alunne e gli alunni delle scuole primarie, secondarie di primo grado, secondarie di secondo grado e del sistema di istruzione e formazione professionale, in isolamento per infezione da Covid, possono seguire l’attività scolastica nella modalità della didattica digitale integrata su richiesta delle famiglie o dell’alunno maggiorenne accompagnata da specifica certificazione medica che attesti le condizioni di salute dell’alunno. La riammissione in classe è subordinata alla sola dimostrazione di aver effettuato un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo.