Covid, studio Università di Bergamo: restrizioni migliori se a livello provinciale

Covid, primo studio su potenziale cura con anticorpo. Ricavato dal sangue di uno dei primi guariti negli Usa

MANTOVA – Se la seconda ondata di Covid ha colpito duramente di nuovo la Lombardia, non si può negare che l’impatto del virus, stavolta, abbia in parte risparmiato la zona est, quella per intenderci che comprende le province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. A tal proposito sono stati tanti, in questi giorni, gli appelli di sindaci e amministratori del mantovano, con la richiesta di riconsiderare le restrizioni nel nostro territorio, ora al livello massimo, così come è avvenuto nelle altre tre province sopra menzionate. Come si apprende dall’edizione odierna del Giornale di Brescia, uno studio realizzato dal professore di Economia all’Università di Bergamo Paolo Buonanno, con Sergio Galletta e Marcello Puca, suggerisce di valutare le restrizioni dal punto di vista provinciale, in base al profilo di rischio. Il documento si focalizza, in particolare, sulla situazione delle province di Brescia e Bergamo, duramente colpite in primavera, ma ora in buona parte risparmiate dal ritorno dell’epidemia. I motivi sono da ricercare, secondo lo studio da comportamenti più prudenti per quanto concerne l’uso delle mascherine e il distanziamento, non è esclusa l’immunità di gregge. Un fattore quest’ultimo che non riguarda Mantova, che nella prima ondata aveva avuto molti meno casi in proporzione.

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