Covid, vaccino, Zampa:” obbligatorio nel pubblico”, Anelli (Fnomceo): “la politica decida in base ai numeri”

Johnson & Johnson.

“Credo che l’obbligatorietà” del vaccino anti-Covid “possa essere una precondizione per lavorare nel settore pubblico”. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, intervenuta ad ‘Agorà’ su Rai 3, si esprime sull’ipotesi di rendere in prospettivo obbligatorio il vaccino contro il coronavirus per alcune categorie. “Cominciare a discutere dell’obbligo farebbe un danno ulteriore. Oggi dobbiamo avere la pazienza di spiegare, la campagna di comunicazione è in partenza. Credo che debba essere una precondizione per chi lavora nel pubblico. Se dovessimo renderci conto che c’è un rifiuto che non si riesce a superare, io penso che nel pubblico non si possa lavorare” ha commentato.
Non si può stare in una Rsa, dove si dovrebbe lavorare per la salute delle persone ospitate, e mettere a rischio la loro vita. Il nostro Paese ha deciso che i bambini, se non sono vaccinati, non possono andare nelle scuole pubbliche. Non credo che possa non valere per i medici, per gli operatori sanitari, per gli insegnanti”, aggiunge. “La campagna di comunicazione” sull’importanza del vaccino nella lotta alla pandemia di coronavirus Sars-CoV-2  “è in partenza -dice ancora- Intanto per informarsi gli italiani usino fonti corrette”, come “i siti del ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità e dell’Agenzia italiana del farmaco”.
Nel corso di un’intervista a Sky TG24 il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, ha dichiarato che i medici e gli infermieri restii a fare il vaccino anti-Covid “hanno sbagliato lavoro”. “Il ruolo del politico è anche essere decisi. Siccome si tratta di pochissime persone, perché “la stragrande maggioranza ha dimostrato la forza per trascinarci fuori dalla tragedia, se qualcuno della sanità si schiera dicendo di essere no vax, perdonatemi, ma io credo che abbia sbagliato mestiere”.

Nella discussione è intervenuto anche il presidente nazionale dell’Ordine dei medici Filippo Anelli (Fnomceo) il quale ha detto: “dev’essere la politica, in base ai numeri, a decidere se prevedere per legge un obbligo al vaccino anti-Covid per gli operatori sanitari”.
Prima ancora di un obbligo legislativo, c’è un obbligo deontologico in base al quale un medico deve vaccinarsi se ha a che fare con dei pazienti fragili, per tutelarli …Chi non lo rispetta è sanzionabile, non perché si voglia reprimere un’opinione diversa, ma perché l’esercizio della professione prevede si agisca sulla base di evidenze scientifiche”, commenta Anelli che ricorda come la Costituzione italiana tuteli “il diritto a non ricevere un trattamento sanitario contro la propria volontà. Questo, però, deve essere conciliato con il diritto individuale e collettivo alla tutela della salute”. È per questa ragione che è possibile, di volta in volta e in base alla situazione, decidere “se prevedere un obbligo vaccinale per legge, come abbiamo visto nel caso del vaccino contro il morbillo per i bambini, perché in quel periodo il numero di chi non veniva vaccinato era alto, così come il numero dei casi di malattia che si verificavano”.

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