SERMIDE – Li vedrete in campo bianchi, come cosparsi da una strana “crema” in realtà è polvere di roccia e si può definire “la protezione solare” per i meloni.
Ad utilizzarla nella sua azienda agricola di Sermide è Oscar Zerbinati per proteggerli dai raggi solari ed evitare che si scottino.
“Hanno iniziato a produrla a Sassuolo una quindicina di anni fa dopo una ricerca universitaria – spiega Oscar Zerbinati, titolare dell’omonima azienda – noi siamo stati i primi una decina di anni fa a cominciare ad utilizzarla, si tratta in pratica di roccia tritata, completamente naturale, nulla di chimico che non intacca il frutto, poi, una volta raccolti, li mettiamo nella lavasciuga per eliminare i residui, solo per una questione estetica, perchè essendo naturale potrebbero anche essere commercializzati così”.
Una tecnica che viene utilizzata anche per altri tipi di frutta, ma che purtroppo non è risolutiva per le ondate di calore prolungate “Se ci sono dei picchi di caldo è utilissima – prosegue Zerbinati – ma con ondate di caldo dove la temperatura resta alta per 3-4 giorni senza escursioni termiche nemmeno di notte, non sempre riusciamo a salvare il prodotto. A giugno, per esempio, in alcuni campi abbiamo avuto perdite anche del 70%”.
E dopo un periodo di tregua adesso la preoccupazione è per il secondo ciclo di meloni “Hanno annunciato una seconda ondata di calore, e già in questi giorni sentiamo il cambiamento rispetto alla scorsa settimana, per cui siamo preoccupati, abbiamo già fatto il trattamento, lo facciamo più volte, ma questo non ci assicura il raccolto, non sappiamo come difenderci da queste ondate di caldo prolungate“.
Il melone liscio è quello più sensibile perchè ha la buccia più sottile, ma anche il retato soffre molto e si scotta, diverso è il caso delle angurie, che stanno bene al caldo e hanno una buccia molto più resistente che le protegge. “Per le angurie siamo a 20-25 giorni dall’ultimo raccolto – conclude Zerbinati – la stagione è stata altalenante e va di pari passo con le temperature: con il gran caldo c’era un’altissima richiesta e i prezzi si sono alzati molto, è bastato che arrivasse il fresco e la domanda e i prezzi sono crollati, tanti hanno lasciato il prodotto in campo senza nemmeno raccoglierlo”.
E quindi non riesca che sperare che l’ondata di calore annunciata non sia così pesante come quella di giugno e le giornate che si accorciano, lasciando spazio a notti un po più lunghe possano venire in aiuto.
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