ROMA – Via libera dall’Aula del Senato alla fiducia posta dal Governo sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte. I voti favorevoli sono stati 156, i contrari 140, gli astenuti 16. I senatori presenti erano 313, i votanti 312.
I senatori di Forza Italia Andrea Causin e Maria Rosaria Rossi hanno votato sì alla fiducia, contrariamente alle indicazioni del gruppo. Il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani ha poi annunciato che sono stati espulsi dal partito.
“Non avete mai trovato porte chiuse ma avete scelto la strada delle aggressioni e degli attacchi mediatici, questa scelta che avete fatto non significa investire sul futuro del Paese”, aveva detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella replica in Senato, riferendosi alla scelta di Italia Viva di lasciare il Governo.
“Renzi nel suo intervento ha ricostruito le ragione di questa discussione sulla fiducia: non sembra che quando noi abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione – ha aggiunto -. Il Recovery Plan è stato elaborato in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche le ministre di Italia Viva. Questi incontri non avevano risolto il problema di tirare fuori scelte strategiche, che si hanno con il confronto collegiale, un confronto che si può fare anche con toni cordiali, avremo potuto ritrovarci intorno ad un tavolo, e in una ventina di giorni potevamo dare al parlamento una versione aggiornata. Ma chi ha detto che non si poteva discutere? Il risultato è che ora noi dobbiamo sbrigarci”.
“Siamo in democrazia. Se i numeri non ci sono, questo governo va a casa, non va avanti”, ha sottolineato Conte, che ha proseguito: “Ma noi vi abbiamo chiesto ad aderire ad un progetto, con scelte chiari, sulla base di una collocazione europea. Un progetto per chi vuole definire con noi un patto di fine legislatura, su cui stavamo già lavorando e continueremo a lavorare se ci darete la fiducia”.
“Stiamo lavorando ad un patto di fine legislatura e se ci sarà la fiducia dovremmo lavorare ad un rafforzamento della squadra si governo”, ha sottolineato il premier, che ha concluso: “Voi parlate sempre di poltrone, ma io non mi vergogno di dire che sono seduto su queste poltrone, non ci si deve vergognare se ci si siede con disciplina e onore”.
La votazione in Senato ha registrato momenti di caos sul voto di Alfonso Ciampolillo, ex-M5S del gruppo Misto. Il senatore ha chiesto di votare ma la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, lo ha fermato: “Avevo già chiuso la votazione della seconda chiama”. Casellati ha quindi chiesto di vedere la registrazione video della seduta. Dopo l’esame dei video, Casellati ha quindi riammesso al voto per la fiducia i senatori Ciampolillo e Riccardo Nencini. “E’ stato effettuato un accertamento sulla chiusura della votazione. Risulta che Ciampolillo sia arrivato alle 22.14. Io ho dichiarato la chiusura alle 22.15. Siccome ha alzato la mano e non ho potuto vederlo, riammetto alla votazione Ciampolillo”, ha spiegato Casellati, riammettendo anche Nencini “che era arrivato subito dopo”.