CURTATONE – Il 19 settembre 1943, a Valletta Aldriga, nei pressi di Curtatone, dieci militari italiani furono brutalmente fucilati dalle truppe tedesche. Erano giovani, tra i 19 e i 35 anni, prigionieri di guerra internati nel campo di concentramento del Gradaro, a Mantova. Furono prelevati con l’inganno e condotti in aperta campagna, dove vennero passati per le armi senza processo, come rappresaglia per un presunto ferimento di due soldati tedeschi. In realtà, l’episodio si rivelò poi una lite tra commilitoni. Una pagina oscura della nostra storia che la comunità di Curtatone continua a onorare ogni anno con rispetto e consapevolezza.
Ieri, quasi ottantadue anni dopo quel tragico giorno, si è tenuta la cerimonia commemorativa in ricordo dei Martiri dell’Aldriga. Numerosi i presenti, a partire dalle autorità locali e provinciali: il Sindaco di Curtatone, Carlo Bottani, il Prefetto di Mantova, Roberto Bolognesi, il Questore Annarita Santantonio, rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose, oltre a cittadini, associazioni del territorio e la classe 3^D della scuola secondaria di primo grado di Buscoldo, coinvolta per trasmettere la memoria alle nuove generazioni. La cerimonia si è aperta con la deposizione di una corona commemorativa da parte del Prefetto e del Sindaco presso il monumento che sorge proprio nel luogo dell’eccidio. È seguito un momento di riflessione guidato da don Marco, che ha invitato i presenti a meditare sul valore del sacrificio e sulla responsabilità della memoria. A prendere la parola è stato poi il Sindaco Bottani, che ha introdotto la commemorazione sottolineando l’importanza del ricordo come atto di giustizia e verità storica. Di particolare intensità l’intervento di Alfredo Balzanelli, che ha offerto un approfondimento sul contesto in cui maturò il tragico evento, ripercorrendo con rigore la dinamica dei fatti.
I nomi delle dieci vittime sono stati ricordati uno a uno, restituendo a ciascuno la dignità di una storia interrotta: Giuseppe Aresi, nato a Brignano Gera d’Adda nel 1912; Giuseppe Bianchi, di Pandino, classe 1916; Luigi Binda, di Rogeno, nato nel 1923; Mario Colombi, di Salerano sul Lambro, nato nel 1916; Bruno Colombo, di Lurago d’Erba, nato nel 1916; Mario Corradini, di Canneto sull’Oglio, classe 1924; Angelo Alessandro Corti, anch’egli di Rogeno, nato nel 1908; Attilio Andrea Passoni, di Monza, nato nel 1924; Luigi Pecchenini, di Pagazzano, nato nel 1924; e Francesco Rimoldi, di Guanzate, nato nel 1924. Tutti furono riconosciuti successivamente come “Caduti partigiani”, simbolo di una resistenza che si oppose, anche solo con la dignità e il silenzio, alla brutalità dell’occupazione.
Nel corso della mattinata, il Sindaco ha inoltre consegnato un riconoscimento al Colonnello Claudio Libertucci, in procinto di lasciare il comando del 4° Reggimento Artiglieria Contraerei “Peschiera”, e al Colonnello Vincenzo Di Stefano, che termina il suo incarico come Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri dopo tre anni di servizio a Mantova. Un gesto che ha voluto sottolineare il valore delle Forze Armate nel custodire i principi di democrazia e servizio alla collettività. La cerimonia si è chiusa in un clima di silenzio e raccoglimento, con il pensiero rivolto a quei dieci giovani militari che non tornarono a casa.