SAN ROCCO (QUISTELLO) – Il luogo è di quelli dal significato più profondo: qui infatti si costituì nel 1890 la Prima Lega Contadina, sulla scia della rivolta de “la boje” del
1884-85. Fu la prima esperienza di braccianti che in un’epoca di grande povertà e di duro sfruttamento nelle campagne, si misero insieme e si organizzarono per tentare di migliorare le loro condizioni di lavoro e di vita, anticipando così il movimento dei lavoratori contadini che sfociò nel 1901 nella costituzione della Federazione nazionale dei lavoratori della terra.
Non è un caso se la manifestazione del Primo maggio al monumento in bronzo
dedicato alla prima Lega contadina, e realizzato a inizio anni ’70 del secolo scorso dallo scultore quistellese Giuseppe Gorni, è ancora molto sentita.
Ed è stato così anche questa mattina con tanta gente che ha partecipato al corteo, partito davanti alla chiesa di San Rocco e arrivato fino al monumento, accompagnato dalle note della Filarmonica intercomunale Quistello-Poggio Rusco.
“Primo maggio a San Rocco di Quistello, luogo in cui nacque la prima Lega contadina d’Italia, per ricordare che un lavoro dignitoso, sicuro e giustamente retribuito è un diritto di tutte e di tutti! È il primo articolo della nostra Costituzione che lo dichiara!” ha sottolineato il sindaco di Quistello Gloriana Dall’Oglio intervenuta durante la cerimonia così come è intervenuto il sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi Leonardo Goldoni prima del discorso tenuto dal segretario generale della Cgil di Mantova Daniele Soffiati.
A questi va il ringraziamento della prima cittadina così come va “a tutti coloro che hanno partecipato e con noi condiviso questo giorno che ci parla, ogni anno, di un diritto fondamentale per tutti noi. Il 1° di maggio non può passare inosservato!”.
Insieme al sindaco c’era anche il vice Massimo Marchini e altri amministratori comunali ma anche cittadini che non hanno voluto mancare a questo appuntamento che si rinnova ogni anno.
“Il Primo Maggio di quest’anno è dedicato ai 75 anni della nostra Costituzione. L’Articolo 1 – “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” – indica chiaramente che solo il Lavoro poteva costituire la base su cui ricostruire un Paese devastato e lacerato. Oggi come allora, l’Italia può avere un futuro soltanto col lavoro, offrendo occupazione di qualità, dando seguito a politiche industriali che possano trattenere i nostri giovani e attrarne altri” ha dichiarato Soffiati.