Danni fauna selvatica: meno richieste di risarcimento, ma il totale resta stabile

MANTOVA – Riduzione delle domande pervenute, ma un totale in linea con gli scorsi anni, con il valore delle singole richieste di risarcimento che aumenta sensibilmente: questo quanto emerge l report sui danni da fauna selvatica alle produzioni agricole in provincia di Mantova, realizzato da Regione Lombardia e presentato di recente. Il documento mostra una riduzione delle domande pervenute ma un conteggio dei danni periziati che rimane stabile rispetto agli anni passati. Da gennaio a settembre 2024, il totale dei danni periziati ha raggiunto 743.222, in lieve calo rispetto ai 858.029 del 2023 ma vicino al dato del 2022, pari a poco più di 765.000.

Le principali colture danneggiate sono state il cocomero (258.545 euro), la soia (91.911), il mais da granella (84.201), il melone (63.047), le piante in vivaio (58.142) e il riso (36.764). Queste colture rappresentano il 79,5% del totale dei danni periziati.

Le principali specie responsabili sono la lepre, con 461.806 euro, seguita da cornacchia grigia (36.405), piccione (37.341), fagiano (25.286), anatidi (33.644), cinghiali (6.984), colombaccio (4.040) e capriolo (1.738). Le nutrie non sono incluse nel conteggio, poiché non indennizzabili per normativa nazionale.

Le aree ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) più colpite sono la 6 (sinistra Mincio, tra Roverbella e Ostiglia) con 199.179, la 4 (destra Mincio) con 155.175 euro e la 1 (da Quistello a Felonica) con 151.022 euro.

«Nell’ultimo quinquennio – analizza il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi – il conto dei danni causati da fauna selvatica arriva quasi a 4 milioni di euro, un dato preoccupante. Abbiamo visto, con aviaria e Psa, quali sono i rischi di una diffusione incontrollata dei selvatici, occorre che le autorità competenti inizino ad affrontare seriamente la questione».
743.222 euro, in calo rispetto al dato 2023 (858.029) ma sostanzialmente in linea con quello 2022, quando si arrivò a poco più di 765.000. In calo invece le domande pervenute, che toccano quota 151 (delle quali metà presentate da Confagricoltura Mantova). Erano 212 nel 2023 e ben 223 nel 2022: «Il fatto che le domande calino ma la conta dei danni resti grossomodo la stessa – analizza Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – ci fa capire l’entità del problema. Quest’anno infatti abbiamo una media danno per singola domanda pari a oltre 4.900, contro i 4mila del 2023 e 3.500 degli anni precedenti. La gestione della fauna selvatica, sempre più complessa, è una voce di costo allarmante per le nostre aziende agricole».

Rispetto al conteggio totale, sono 133 le domande ammesse a indennizzo, per una cifra pari a 526.498 euro (il 71% del totale). Di quest’ultima cifra, 500.120 euro verranno stanziati da Regione Lombardia, mentre i restanti saranno a carico di ATC: «Il calo delle domande – prosegue Cortesi – ritengo sia dovuto a due fattori. Il primo è legato al fatto che molte aziende hanno esaurito il De Minimis, l’aiuto di Stato (fino a 25.000 euro) che per essere elargito non ha bisogno di ok dall’Europa. In secondo luogo, in passato molte situazioni non sono state valutate a dovere, e questo ha fatto perdere fiducia negli indennizzi. Noi però raccomandiamo sempre di segnalare tutto».