MANTOVA – “Dottore ma è vero che se non fosse stato per le sue battaglie il plasma sarebbe stato chiuso in cantina?” “Chiuso in cantina e a chiave e questo lo sanno anche quelli che dicono che ho fatto tutto questo per ambizioni personali o per fare carriera politica”. A fare la domanda è Matteo Salvini, a rispondere il primario della pneumologia del Poma Giuseppe De Donno oggi pomeriggio di una diretta facebook sulla pagina del leader della Lega durata ben tre quarti d’ora.
L’argomento ovviamente è la terapia del plasma iperimmune a proposito della quale De Donno esordisce spiegando che ormai ci sono studi importanti in tutto il mondo, uno americano ha arruolato ben 5 mila persone, ma anche in Italia tra tutte le città in cui questa terapia è stata utilizzata si è ormai arrivati a 200 pazienti trattati e ” il plasma – spiega il medico – ha dimostrato di essere sicuro, senza effetti collaterali”.
Le domande partono a raffica, una dietro l’altra, da un Salvini trasformatosi per l’occasione in intervistatore. Tante sono spunto dei messaggi di chi segue la diretta. “Oltre 9 mila persone ci stanno seguendo, tra loro anche Red Ronnie” dice a un tratto il leader leghista che sul finire del collegamento fa sapere che il numero è ulteriormente cresciuto.
Si parla di come fare a donare il plasma e De Donno spiega come ll’Avis sia il principale riferimento, si torna più volte sulla domanda “chi è contro il plasma lo è per interessi economici?” a cui De Donno, come già fatto in molte altre occasioni, non lascia dubbi su come la pensi ribadendo che “il plasma è gratuito”. Poi però il primario spiegando che questa terapia è stata adottata quando “si era nel mezzo di una guerra – il 27 febbraio a Mantova abbiamo avuto 110 persone in Pronto soccorso”, ribadisce che quando la “situazione si sarà tranquillizzata i centri trasfusionali potranno lavorare per realizzare degli emocomponenti di tipo industriale”. Come a dire anche l’industria farmaceutica potrebbe comunque avere un ritorno.
Si torna anche su De Donno diventato per gli oppositori del plasma il Di Bella mantovano. “Ho conosciuto Di Bella quando lavoravo come oncopneumologo al policlinico di Modena – risponde il primario – aveva una cultura eccezionale, credo non si possa trattare una persona come lui con ben tre lauree nel modo in cui è stato trattato, anche se non si è d’accordo con quanto dice. De Donno accenna a quel punto a un parallelismo con quanto sta accadendo oggi al virologo Giulio Tarro grande sostenitore del plasma e al contrario convinto che non valga la pena produrre il vaccino ma anche assertore, nonostante non esista alcuno studio che dimostri e supporti le sue affermazioni, che esista un collegamento tra vaccini contro l’influenza e Covid-19.
“Sono d’accordo con lui sul plasma – dice De Donno – non sono d’accordo sul vaccino ma comunque Tarro è uno che è stato candidato al premio Nobel, non si può trattarlo come invece sta accadendo”. E rimanendo in tema, il medico mantovano ribadisce come vaccino e plasma e vaccino non possano essere messi in contrapposizione perchè il primo è preventivo, il secondo è curativo e preventivo.
Salvini incalza con le domande ma intanto informa anche che il Consiglio Regionale del Lazio proprio oggi ha bocciato l’uso della terapia del plasma iperimmune (contraria tutta la maggioranza del PD e astenuto il M5S ndr). E sempre rimanendo in tema di Regioni, De Donno loda invece il governatore della Lombardia Attilio Fontana. “Si è ammalato di covid perchè è stato in mezzo a noi – dichiara il medico – non l’ho votato ma lo rispetto”.
Si chiude con qualche cenno alla vita privata di De Donno, i suoi hobby “la mountain bike e cantare con la figlia Martina”. Cantante preferito? ” Tiziano Ferro”, “io preferisco De Andrè” dichiara Salvini e i due si lasciano con una promessa: un piatto di tortelli di zucca. “Con tutto rispetto per Crema i veri tortelli sono quelli mantovani” dice il leader della Lega. De Donno sorride e conclude “So già dove andare a mangiarli”