De Donno e Ricciardi: “riorganizzare reti ospedaliere e sanità territoriale. La scuola riparta col modello danese”

“Bisogna cercare di far ripartire la scuola in presenza prendendo come riferimento il modello danese“. E’ l’indicazione lanciata ieri a Cortina durante il dibattito all’hotel Miramonti Majestic che ha visto protagonisti Giuseppe De Donno, direttore della Struttura di Pneumologia e Unità di Terapia Intensiva dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, e Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e rappresentante dell’Italia nel Comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un dibattito a cui hanno preso assistito ben 600 persone e che ha costretto gli organizzatori ad allestire due sale aggiuntive dove è stato possibile seguire il confronto in streaming.
Ma cos’è il modello danese per la scuola? A rispondere è proprio il primario mantovano che rimarca l’importanza di riaprire le scuole in presenza, a meno di un aumento importante dei contagi nelle prossime settimane. “E’ un modello, abbastanza simile a quello cinese, che prevede ingressi e uscite da scuola differenti – spiega De Donno – a orari anche diversi, lavaggi delle mani frequenti, uno circa ogni due ore, banchi separati, insegnanti e docenti sempre con la mascherina e, particolare molto importante, il controllo della temperatura all’ingresso che non viene demandato quindi a casa ai genitori. Un modello insomma che punta a far che che gli studenti rimangano in gruppi abbastanza ristretti e che questi gruppi non si incontrino tra loro insieme a tutta una serie di misure di prevenzione che vanno rigorosamente applicate”.
Tanti ovviamente i temi affrontati durante il dibattito, moderato dal chirurgo vascolare Carlo Adami, tra i quali non poteva mancare il plasma iperimmune a proposito del quale Ricciardi si è complimentato con De Donno per il suo impegno facendo partire dalla platea un lunghissimo applauso che ha emozionato non poco il medico mantovano. “L’utilizzo del plasma iperimmune – ha detto Ricciardi – è una strategia terapeutica importante da utilizzare soprattutto nelle fasi precoci della malattia”.
“Proprio in queste ultime settimane – ci spiega De Donno contattato telefonicamente – dagli Stati Uniti stanno arrivando i risultati di sperimentazioni diverse effettuate su decine di migliaia di pazienti che evidenziando come la plasmaterapia dia risultati importanti per ridurre il tasso di mortalità nei malati di Covid-19. Il ministero della salute americano ha anche fatto affiggere manifesti nei vari Stati con i quali invita i pazienti convalescenti a donare il plasma”.
Tornando al dibattito di Cortina, si è pure affrontato il tema dell’aumento nelle ultime settimane in Italia dei contagi e la ripresa dei ricoveri. A tal proposito De Donno e Ricciardi concordano sul fatto che più il virus gira e i contagi quindi si diffondono, più cresce la possibilità di ricovero, proprio come sta accadendo già in molte province, Mantova compresa.

E per il futuro? A quale modello di sanità pubblica si può pensare alla luce di quanto visto con l’emergenza Covid? “Dobbiamo pensare a una revisione delle reti ospedaliere – dichiara De Donno – con un ospedale hub (centrale) in ogni città dotato di semintensive la cui presenza si è rivelata fondamentale, proprio come accaduto a Mantova con l’Utir – Unità terapia intensiva respiratoria – della Pnemulogia. Va poi riorganizzata la rete sanitaria territoriale, facendo si che questa possa far fronte ai casi meno critici evitando il loro accesso all’ospedale, e dovrebbe essere riorganizzata anche la rete di igiene pubblica”.
Concordi Ricciardi e De Donno sulla necessità anche che i medici e gli infermieri italiani vengano pagati di più visto che sono quelli peggio retribuiti in tutta Europa. “Difficilmente – sottolineano – nell’eventualità di altre epidemie, si potrà assistere alla dedizione che si è vista con il Covid”.

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