MANTOVA – La vicenda risale al 2015 quando l’allora sindaco Nicola Sodano ricevette un avviso di garanzia relativo a una inchiesta da cui poi uscì completamente prosciolto da tutte le accuse in quanto “il fatto non sussiste”. In occasione di un consiglio comunale dell’epoca, Luca De Marchi, attuale consigliere comunale di Fratelli d’Italia, allora sui banchi della Lega ma in netto contrasto al primo cittadino, si presentò in aula consiliare scuotendo teatralmente un paio di manette davanti al sindaco, in favore di telecamere.
De Marchi venne espulso dalla Lega proprio per questo fatto. Sodano, una volta cadute le accuse nei suoi confronti, intentò una causa civile nei confronti di De Marchi chiedendo 50 mila euro come risarcimento di quel fatto.
Citato in giudizio, è stato condannato lo scorso aprile per diffamazione. Il consigliere si era appellato alla “critica politica” – legittima prerogativa degli eletti alle cariche pubbliche – ma il giudice gli ha dato torto: “non vi è dubbio che la condotta tenuta dal convenuto sia stata una condotta offensiva dell’onore e del decoro della persona” recita la sentenza di condanna.
De Marchi non ha fatto appello e proprio in questi giorni ha risarcito per offese in pubblico l’ex sindaco Sodano con 10mila euro (il massimo della pena per la fattispecie, secondo la tabella dell’Osservatorio sulla Giustizia Civile di Milano), oltre a pagare per intero le spese processuali – comprese le parcelle degli avvocati di entrambe le parti – ed eventuali interessi. De Marchi è stato anche condannato a pubblicare a proprie spese un estratto della sentenza sui quotidiani locali, e pagare un’ulteriore ammenda di 300 euro al Tribunale per il reato commesso che prevede una sanzione per fatti che comportino il dolo.