La norma del decreto anti rave “è stata creata perché l’attuale articolo 633 del codice penale era stato scritto quasi cento anni fa per tutelare i proprietari di beni immobili da invasioni di mandrie di bestiame. Oggi si tratta di tutelare l’incolumità e la salute quando alcuni eventi espongono questi beni a pericoli gravi. Naturalmente la norma può essere modificata e perfezionata. Quanto alle intercettazioni essa non le impone affatto, semmai le lascia alla valutazione del magistrato. Tuttavia sull’intero sistema delle intercettazioni agiremo in modo più organico e sistematico”. E’ quanto dichiara il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in una intervista a ‘La Repubblica’ in merito al decreto anti rave, specificando che “il diritto di manifestare non c’entra nulla”, con la norma “abbiamo inteso dare un segnale di ferma e severa legalità. Prossimamente daremo quelli di tutela dei diritti dei cittadini per quanto riguarda la loro libertà, onore e riservatezza in tutte le fasi del procedimento penale”.
Nordio parla anche della norma sui migranti: “È conforme al diritto internazionale e agli accordi di Dublino: se una nave salva, com’è suo dovere, dei naufraghi in acque internazionali, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera della nave. Se la nave è tedesca, è come se i migranti fossero sbarcati ad Amburgo. Il comandante ha il dovere di registrarli, e poi portarli, per l’assistenza nel più vicino porto sicuro. Ma poi devono andare in Germania”.
Quanto all’ergastolo ostativo, il Guardasigilli dice che per lui “è come l’inferno secondo i moderni teologi: esiste ma tende a svuotarsi, e se uno si pente, la misericordia dell’Onnipotente è infinita. Ma almeno un gesto di buona volontà ci dev’essere. Se un criminale si ostina a rimanere tale anche in carcere, non possiamo essere più misericordiosi del Signore, che esige un minimo di redenzione. Sarebbe un atto di arroganza blasfema. E così è per l’ergastolo ostativo. Dove sarà il giudice a decidere, proprio perché è stato eliminato l’automatismo, secondo le indicazioni della Corte”. Poi Nordio sottolinea: “Riuscirò a riformare il codice penale firmato da Mussolini in senso liberale con la pena proporzionata al crimine secondo la Costituzione”. Sul rinvio della riforma Cartabia, precisa che “la mancanza di risorse avrebbe prodotto una paralisi del sistema giudiziario, le istanze dei Procuratori generali erano fondate. Il rinvio consentirà di attuare la riforma rispettando i tempi, senza soffocare le Procure”.