MANTOVA – I monitoraggi in corso lungo il Mincio stanno restituendo aggiornamenti importanti ma preliminari ai fini della definizione del deflusso ecologico, in un quadro di gestione del sistema idrico di grande complessità, che caratterizza in maniera peculiare il fiume mantovano e che va affrontata con un approccio integrato.
Questo l’intento condiviso dagli enti riuniti oggi nella sede del Parco del Mincio per valutare lo stato di avanzamento del monitoraggio annuale condotto dall’Università di Trento in collaborazione con il Parco del Mincio e di Regione Lombardia.
Le stazioni di misura posizionate sulle acque superficiali e in falda restituiscono dati fortemente condizionati dagli eventi climatici, siccitosi nel 2022, durante la prima fase di monitoraggio, e straordinariamente piovosi in questo 2024. “Per tarare le scale di deflusso serve più certezza sulla quantità di acqua complessiva e su quella che transita in punti specifici” ha anticipato Clara Bravi, della Direzione generale Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia “in prospettiva, dobbiamo valutare come proseguire le attività di analisi e interrogarci sull’opportunità di una gestione integrata, attraverso accordi che possano andare al di là del deflusso ecologico”.
Alla luce dei dati di portata raccolti in questi primi mesi, Luca Adami, docente del Dipartimento Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Trento, ha prefigurato la possibilità di prevedere una maggiore oscillazione nel Lago Superiore e una diversa gestione del manufatto idraulico al nodo di Casale, al fine di garantire una portata superiore verso valle.
Da parte di Aipo, rappresentata da Marcello Moretti, è stata espressa la massima disponibilità a condividere conoscenze e capacità, nel quadro di una gestione di fenomeni atmosferici sempre più intensi e della necessità di garantire la sicurezza e la fruizione dei territori.
“La definizione del deflusso ecologico è una delle azioni del Contratto di Fiume, deve essere partecipata da tutti i sottoscrittori” ha evidenziato il Presidente del Parco del Mincio Maurizio Pellizzer “la nostra responsabilità come Parco è quella di tutelare e conservare le condizioni naturali del fiume e delle riserve che il Mincio attraversa”.
Lo strumento del Contratto di Fiume è quello più funzionale all’obiettivo di una gestione integrata delle acque del Mincio e “il Parco sta portando avanti un grande lavoro di coordinamento” ha evidenziato Mila Campanini, dirigente Struttura Risorse Idriche di Regione Lombardia, “ma ciascuno deve fare la sua parte”.
La necessità di condurre un’analisi più specifica sui flussi e sulle dinamiche di deposizione che interessano le Valli del Mincio è stata evidenziata da Sandro Bellini, dirigente Area Acque, Suolo e Trasporti della Provincia di Mantova. Presenti ai lavori anche i rappresentanti del Consorzio del Mincio, che hanno dichiarato la disponibilità a condividere i dati delle portate registrati dal proprio sistema di rilevamento, del Consorzio Garda Chiese, UTR Valpadana, Arpa, Aipo, Anbi Lombardia, Consorzio Territori del Mincio.