VIADANA – Sono 6 le misure cautelari e 56 persone indagate complessivamente a Crotone nell’ambito dell’operazione Krimata coordinata dalla Dda di Catanzaro, tra le accuse di frode e riciclaggio. E in testa al meccanismo vi sarebbe il 69enne Mario Esposito, finito in carcere, originario della Calabria, che però una ventina di anni fa si era trasferito a Viadana per poi spostarsi di nuovo.
E’ ritenuto dagli inquirenti un soggetto di elevatissima caratura criminale, legato alla cosca di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. In particolare è considerato il promotore di un’associazione a delinquere di stampo mafioso, che commissionava reati tributari con fatture per operazioni inesistenti per 5 milioni di euro. A questo si aggiungono i reati contestati di riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori.
Le dichiarazioni dei pentiti hanno consentito di delineare il ruolo funzionale di Mario Esposito nell’ambito dell’organigramma della cosca Arena e Nicoscia di Isola.
Giuseppe Vrenna, in particolare, dichiara: “… Sulla figura di Mario Esposito preciso che lo stesso era un azionista, nel senso che partecipava alle azioni di fuoco della cosca Arena. In particolare, per quanto a mia conoscenza, ha partecipato all’omicidio di Gianni Vatalari…
Angelo Salvatore Cortese riferisce di averlo rivisto, a distanza di tempo, nel 2005 a Viadana, “un posto dove ci sono molti isolitani, quasi una seconda Isola”.
“Lui era insieme a mio zio Giuseppe Procopio e l’ho rivisto al bar di Franco Pugliese, abbiamo anche mangiato insieme… Lui mi ha detto che si era spostato a Viadana per fare delle operazioni di truffa, cosa che volevamo fare anche noi. In poche parole aprire una ditta di movimento terra, edilizia e cercare di prendere materiale edile… A Mario Esposito interessavano più che altro i mezzi: camion, escavatori… c’era anche Pino Giglio che aveva preso questa strada… Oltre ai mezzi si interessava pure di una concessionaria di camion Iveco nella zona di Brescia che ricettava questi camion e questi mezzi spesso sequestrati perché non risultavano pagati i leasing… lui li prendeva a 10-12mila euro a camion… e li piazzava all’estero o da qualcuno che se li prendeva comunque”.
Dunque Esposito nel viadanese faceva leasing attraverso i quali arrivavano camion e scavatori che però invece di essere pagati venivano poi trasferiti all’estero, in particolare in Romania. Tutto questo costruendo società che sfruttavano prestanome senza precedenti giudiziari, per ottenere l’appoggio di direttori di banca e quindi fidi e conti correnti, dai quali fare partire tutto il meccanismo fraudolento per milioni di euro.
Esposito pare si fosse sapecializzato dunque in truffe ma anche in usura. Usava un travestimento con barba, baffi e parrucca per le cosiddette “azioni di fuoco”. Di giorno era quindi un imprenditore-truffatore, la sera pronto alle azioni di fuoco per la cosca Arena-Nicoscia.