“Il momento d’oro di stabilità dell’Italia è sembrato improvvisamente sull’orlo del caos” dopo che Mario Draghi – “un titano d’Europa, spesso chiamato Super Mario” – ha “presentato le sue dimissioni in risposta a una rivolta dei populisti anti-establishment all’interno del suo ampio governo di unità nazionale”. Ma in un segnale di quanto “l’uscita di Draghi sarebbe traumatica per l’Italia, il presidente si è rifiutato di accettare le sue dimissioni, essenzialmente congelando la situazione politica fino alla prossima settimana, quando Draghi riferirà in Parlamento”. Esordisce così il New York Times, parlando di “inaspettata crisi di governo, teatrini e macchinazioni dietro le quinte” che hanno “lasciato l’Italia in uno stato di animazione sospesa e creato una potenziale calamità per l’Europa che cerca un fronte unito contro l’aggressione della Russia in Ucraina e affronta un’ondata di infezioni da Covid e crisi energetica”. E di come “la possibile uscita di Draghi apra la porta a forze che sono più bendisposte nei confronti di Putin”.
“I politici e gli analisti italiani hanno faticato a comprendere esattamente cosa fosse accaduto e cosa accadrà”, si legge, perché “nonostante le sue dimissioni resta possibile che Draghi possa tornare se l’uomo che ha scatenato la rivolta, l’ex premier Giuseppe Conte di M5S, tornerà, castigato, all’ovile del governo”, Conte che “ha l’abitudine di lanciare ultimatum al governo”, che “parla in termini da legale”, che è “spesso contraddittorio” e ha “l’ulteriore grattacapo di cercare costantemente di compiacere” Beppe Grillo. Mentre Luigi Di Maio, “un tempo agitatore, ora segue le orme di Draghi e parla dell’importanza della Nato, vedendo chiaramente il suo futuro nell’establishment”.
E sui prossimi giorni, “se Mattarella o i partiti politici che vorrebbero che il governo continuasse non riuscissero a convincere Draghi a restare, questo significherebbe instabilità non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa, e in un momento precario” mentre l’Ue, “di cui Draghi è convinto sostenitore, lotta per mantenere l’unità di fronte all’aggressione in Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin”.
Il Nyt ricorda come Draghi abbia “portato fuori” l’Italia “dai giorni peggiori della pandemia di Covid” e come abbia “riempito il governo di esperti altamente qualificati” che hanno fatto uscire il Paese “dal suo malessere politico ed economico”. E di come Draghi abbia “immediatamente rafforzato la postura internazionale dell’Italia e la fiducia degli investitori”. E anche i 200 miliardi di euro, per “l’Italia la migliore opportunità di modernizzazione da decenni”. Le riforme, “fonti di energia diverse dalla Russia, rinnovabili comprese”. “Ha reso il populismo fuori moda e la competenza ammirevole, ha riposizionato l’Italia come una forza affidabile per i valori democratici in Europa” e “ha svolto un ruolo significativo nello spingere l’Italia, che ha spesso mantenuto una relazione stretta, transnazionale e ambigua con la Russia, nel mainstream europeo sulle questioni del sostegno all’Ucraina e delle sanzioni contro la Russia”. Con l’Italia che “è stata il primo grande Paese occidentale a sostenere pubblicamente l’eventuale adesione dell’Ucraina all’Ue”.
“La possibile uscita di Draghi apre la porta a forze che sono più bendisposte nei confronti di Putin”, scrive il Nyt. Matteo Salvini, “che un tempo indossava magliette con il volto di Putin”, e che “è improvvisamente tornato a contare”. Il giornale riporta poi le parole di Giorgia Meloni – “Elezioni subito” – che “ha visto la sua popolarità salire alle stelle nell’ultimo anno”. I 5 stelle, scrive il Nyt, “molto probabilmente soffrirebbero terribilmente se l’Italia andasse a nuove elezioni”.