Divieto universale alla maternità surrogata. In Consiglio Comunale la mozione di Mantova Ideale

MANTOVA – Una mozione sull’universalizzazione del divieto di ricorso alla maternità surrogata da parte del cittadino italiano: è quella presentata al Sindaco e alla Giunta dal consigliere comunale di Mantova Ideale, Stefano Rossi.
La mozione parte dalla premessa che in Italia la pratica della maternità surrogata è considerata un reato punibile con la pena della reclusione da tre mesi a due anni e con pena pecuniaria da 600.000 a 1 milione di euro, per “chiunque in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.
Con sentenza n. 33 del 9 marzo 2021 la Corte Costituzionale, ha recentemente
riconosciuto che l’utero in affitto “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.
Il divieto, però, opera solo a livello nazionale e nulla prevede per i casi in
cui la pratica della maternità surrogata sia praticata all’estero, nei Paesi in cui essa
è tollerata o addirittura permessa e quindi intensifica un vero e proprio mercimonio
internazionale che può configurarsi come traffico commerciale di bambini.
Da qui la mozione che sottolinea come il Consiglio Comunale abbi la grande opportunità, tramite questa mozione, di esprimere una ferma condanna nei confronti di coloro che si affidano alla pratica dell’utero in affitto incentivando lo sfruttamento del grembo di una donna per fini economici e la mercificazione di bambini.
Il Gruppo Consigliare Mantova Ideale, chiede al Sindaco e alla Giunta di sostenere e sollecitare, nel percorso parlamentare, la proposta di legge, affinché sia al più presto introdotto nella legge della Repubblica Italiana un esplicito divieto universale di accesso alla pratica della maternità surrogata anche in Paesi stranieri.

 

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