MANTOVA – 47 donazioni, per un contributo totale di 13.210 €. Sono quelle arrivate alla Caritas di Mantova per sostituire le venticinque brandine con letti e materassi, da ubicare negli spazi della palestra dell’ex Seminario vescovile, messi a disposizione dalla Diocesi per le persone in condizioni di vulnerabilità e senza fissa dimora, che vengono qui accolte per la notte. Molti sono stati i cittadini che hanno risposto all’appello. Inoltre diverse persone e strutture alberghiere hanno offerto reti e materassi in buone condizioni, per attrezzare lo spazio di accoglienza in tempi ancora più rapidi.
“Le offerte materiali rientrano nell’ottica dell’economia circolare e dell’uso responsabile delle risorse, stile che la Chiesa mantovana condivide e promuove da tempo. Per questo motivo ci è sembrato importante accogliere i materiali donati, e destinare le offerte in denaro per acquistare i letti e i materassi che mancheranno e per garantire la continuità del progetto di accoglienza per tutto il tempo invernale. Grazie alle donazioni arrivate le persone potranno riposare in condizioni migliori” spiega il direttore della Caritas di Mantova Matteo Amati.
Tutto questo ricordiamo nell’ambito del “Piano Freddo” a cui la Diocesi ha dato il via e che vede diverse istituzioni e associazioni del territorio cooperare per la realizzazione di questo progetto: i Comuni del Piano di Zona di Mantova, l’associazione “Papa Giovanni XXIII” e due associazioni legate a Caritas diocesana – “Agape”, con il Centro di Ascolto C.A.S.A. San Simone, e “Abramo”, che partecipa al servizio di pronto intervento sociale.
Grazie alla Croce Rossa sono stati allestiti 25 posti, e in pochi giorni i Servizi hanno individuato le persone che avevano bisogno di riparo. Oggi la struttura ospita circa 21 persone. Diverse sono le storie che hanno portato queste persone nel Mantovano, diverse le ragioni che hanno causato la situazione estrema. Gli uomini che usufruiscono del servizio sono sia giovani che anziani, con una storia di immigrazione recente oppure con anni di permanenza in Italia. Non c’è uno schema prevalente, ogni persona porta la propria storia unica e particolare.
Il vescovo Marco, all’inizio della sua visita pastorale a Mantova, ha promosso l’idea che questo spazio diventasse l’espressione della cura e dell’attenzione da parte di tutti gli abitanti della città.
“Attorno alle persone accolte nell’ambito del Piano freddo” si è creata una rete di volontari che si lasciano coinvolgere anche a livello personale: ragazzi e giovani degli scout Agesci e Cngei, gruppi giovanili delle parrocchie di città e del Masci, che insieme a volontari “meno giovani” si spendono in una contagiosa ed entusiasmante solidarietà.
Si sono costruite relazioni di vicinanza, sono state condivise le storie personali e le ragioni dell’arrivo nella nostra città, con un’attenzione che vale molto più di un solo posto per dormire. I volontari raccontano della bellezza dei saluti scambiati per strada, durante la giornata, quando incontrano le persone con cui hanno condiviso una chiacchiera a colazione. Si tratta di gesti semplici che testimoniano l’invito del cammino di Avvento a non distogliere lo sguardo dal povero. Una così sentita partecipazione alla raccolta fondi e di presenza accanto agli ultimi dimostra che nella Diocesi di Mantova sono davvero numerose le persone che cercano un modo per manifestare premura concreta verso coloro che, per diversi motivi, si trovano al margine della vita sociale” conclude Amati.