Il mondo intero si stringe nel dolore per la scomparsa di Papa Francesco, figura straordinaria che ha ridefinito il ruolo del pontificato nel XXI secolo, avvicinando la Chiesa alle persone comuni e ai loro bisogni più profondi. Jorge Mario Bergoglio, primo pontefice proveniente dalle Americhe, è morto questa mattina alle 7:35, lasciando un’eredità indelebile di rinnovamento spirituale e impegno sociale che ha attraversato i confini religiosi e culturali. Papa Francesco era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per oltre un mese dallo scorso 14 febbraio per una polmonite bilaterale. Dopo le dimissioni dal Gemelli, il Pontefice era tornato nella residenza di Santa Marta. Nelle ultime settimane, una serie di apparizioni pubbliche a sorpresa. Ieri, la benedizione Urbi et Orbi per la Pasqua, con un bagno di folla in piazza san Pietro con la papamobile tra i fedeli: l’ultimo abbraccio.
A comunicare la scomparsa del Pontefice il card. Kevin Farrell “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
Nel corso della sua vita, Papa Francesco ha dimostrato una straordinaria forza d’animo nell’affrontare numerose sfide di salute. La sua resilienza emerse già in giovane età, quando a 21 anni una grave forma di polmonite mise seriamente a rischio la sua vita, un’esperienza che lo segnò profondamente e che forse contribuì a forgiare quella profonda empatia verso i sofferenti che ha caratterizzato il suo pontificato. Questa stessa forza lo ha sostenuto anche nelle prove più recenti: due importanti interventi chirurgici all’intestino, nel 2021 e nel 2023, e due episodi di bronchite acuta che hanno richiesto ricoveri ospedalieri nel marzo 2023 e nel febbraio 2025, affrontati sempre con la serenità e la determinazione che lo contraddistinguevano.
Questa capacità di superare le avversità affonda forse le sue radici nella solida tradizione familiare piemontese. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, primo di cinque figli di Mario Bergoglio e Regina Maria Sivori, il futuro pontefice aveva sempre mantenuto un profondo legame con la terra d’origine della sua famiglia, dalla quale i suoi genitori erano emigrati alla fine degli anni ’20 dello scorso secolo in cerca di migliori opportunità.
Dopo gli anni dedicati al lavoro come perito chimico, Jorge Mario Bergoglio nel 1958 entrò in seminario, ricevendo l’ordinazione sacerdotale nel 1969. La sua leadership nella Chiesa argentina si è costruita attraverso ruoli di crescente responsabilità: provinciale dei gesuiti argentini (1973-1976), rettore della Facoltà di Teologia di San Miguel, vescovo ausiliare di Buenos Aires (1992), e infine arcivescovo e primate d’Argentina (1998). Nel 2001, la nomina cardinalizia da parte di Giovanni Paolo II ha aperto la strada che lo avrebbe portato al soglio pontificio.
La sua elezione a 266° successore di Pietro è avvenuta in un momento storico particolare per la Chiesa cattolica, il 13 marzo 2013, all’indomani della storica rinuncia di Papa Benedetto XVI. La decisione senza precedenti di Ratzinger, divenuto Papa emerito, ha aperto una nuova pagina nella storia della Chiesa, e l’elezione di Bergoglio ha segnato l’inizio di un pontificato caratterizzato da un profondo rinnovamento. Fino alla morte di Benedetto XVI, avvenuta il 31 dicembre 2022, la Chiesa ha vissuto la situazione inedita della presenza contemporanea di un Papa regnante e di un Papa emerito, gestita con grande saggezza e rispetto reciproco. Bergoglio è stato il primo pontefice nella storia a scegliere di chiamarsi ‘Francesco’.
“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco, come Francesco da Assisi, uomo di povertà, uomo di pace. L’uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato…” aveva spiegato Bergoglio a tal proposito. E’ stato anche il primo gesuita a diventare papa e il primo pontefice proveniente dal continente americano (nonché il primo extraeuropeo dai tempi di Gregorio III)
Anche se, naturalmente, solo il tempo potrà definirne pienamente l’operato, già oggi a caldo possiamo affermare che il pontificato del ‘Papa venuto dalla fine del mondo’ ha rappresentato una svolta storica per la Chiesa cattolica, caratterizzato da un approccio pastorale innovativo, un’attenzione particolare alle periferie esistenziali e un impegno costante per il dialogo interreligioso e la giustizia sociale. La sua voce si è levata con forza su temi cruciali come la tutela dell’ambiente, l’accoglienza dei migranti e la lotta alla povertà, lasciando un’impronta indelebile nel panorama mondiale contemporaneo.
ARTICOLI CORRELATI:
–Papa Francesco, un ciclone benefico sulla Chiesa
– Francesco è tornato alla Casa del Padre, lannuncio del Vaticano. Video