eQual: “Con Esselunga occhi aperti sul futuro di commercio, viabilità e lavoro”

MANTOVA – Con l’arrivo di Esselunga, occhi aperti sul futuro di commercio, viabilità e lavoro: è questo il pensiero dell’associazione eQual, che non lesina critiche e dubbi riguardo al prossimo insediamento commerciale in città della celebre catena lombarda di supermercati.

“Prende forma il parallelepipedo di cemento che ospiterà l’ennesimo supermercato cittadino  – spiegano gli attivisti – e rimangono aperte le questioni sul commercio circostante, la viabilità e il lavoro dentro e fuori dalla struttura. Definita una “soluzione vantaggiosa”, per l’associazione la scelta di impiantare l’Esselunga su Piazzale Mondadori rischia di rivelarsi  un nuovo problema per la città:  altri 2500 mq di vendita che si aggiungeranno ai dieci supermercati nel raggio di un km, sei ipermercati, sette strutture medie e due centri commerciali”.
C’è già un evidente problema di traffico, specialmente negli orari di punta, che rischia di esplodere con l’apertura della nuova struttura che si andrà a legare alla questione della sostenibilità commerciale. In tempi di contrazione dei consumi – proseguono i rappresentanti di eQual – si avvantaggiano le grandi catene (che all’inizio mantengono prezzi bassi con strategie commerciali che mirano a fare “terra bruciata” intorno a sé); inevitabilmente altre attività chiuderanno, specialmente quelle rimaste nei quartieri. Anche per questo, gli 80 posti di lavoro messi sul piatto sono una “coperta corta”.  Gli occupati nella grande distribuzione sono inoltre spesso sottoposti ad un alto tasso di sfruttamento: paghe basse, deregolamentazione legislativa, contratti precari ed obbligo di lavoro festivo”.

“Il modello della Mantova “Cemento e carrelli” – conclude eQual – non avrebbe più senso di esistere, eppure si continua su questo percorso ormai ventennale al quale rispondiamo che lavoro vero e utile alla città nel campo commerciale si può creare con un impegno nel rilancio e nella tutela delle attività di prossimità, a partire dai quartieri”.

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