Ex Lago Paiolo, Cappellari: “Comune scarica la colpa sulla Regione”

MANTOVA – “È proprio vero che le facce di bronzo non conoscono vergogne. I nuovi proprietari dell’ex lago Paiolo annunciano la loro (ovvia e naturale) intenzione di voler costruire nell’area e il Comune a guida Pd non trova di meglio da fare che dare la colpa alla Regione”, così esordisce nella sua dura critica il consigliere regionale leghista Alessandra Cappellari.
“Nella consigliatura Burchiellaro-Montanari era stata approvata l’edificabilità dell’area ex Paiolo, con il voto anche di importanti componenti dell’attuale giunta. Il Pd ha votato negli anni a favore di numerosi piani di lottizzazione, tra i quali quello del lago Paiolo, che è uno dei pochi (tra l’altro uno dei più estesi) salvatosi dalla scure del sindaco Brioni; il Parco del Mincio, supportato dal Comune di Mantova, inspiegabilmente perde l’area all’asta, nonostante il prezzo stracciato della stessa, consentendo così la vittoria ai privati. E ora il Comune è pronto a addossare la colpa del suo fallimento a Regione Lombardia? Troppo comodo”.

Le critiche non mancano poi per il sindaco Mattia Palazzi che, secondo il consigliere, “potrebbe spiegare ai cittadini perché in sei anni non ha posto in essere una procedura di variante urbanistica per togliere l’edificabilità, supportata da un’analisi approfondita delle finalità che solo oggi si limita ad enunciare a gran voce, senza prendersi la responsabilità di portarle avanti, tentando invece di scaricare queste responsabilità su Regione Lombardia. Incredibilmente solo ora il Comune ricorda che vi sono prescrizioni da parte di Arpa e impone una caratterizzazione dell’intera area: viene a questo punto spontaneo chiedersi, visto il silenzio mantenuto fino ad oggi, se le prescrizioni siano evidenziate nella documentazione inviata a Regione e chi, nel caso di istituzione di area naturale, debba eseguire la predetta caratterizzazione. Non solo. Questa caratterizzazione deve essere eseguita al fine della istituzione dell’area naturale? Viene da pensare – conclude Cappellari – che il sindaco, al di là dei proclami, non sia poi così interessato alla tutela dell’area, quanto piuttosto a scaricare colpe di azioni che sono solo sue, ignorando che chi è causa del suo mal pianga se stesso”.