MANTOVA – In occasione della solennità dell’Assunzione di Maria, il vescovo di Mantova Marco Busca richiama l’attenzione sulla bellezza di generare e accogliere la vita, collegando la festa mariana alla sfida dell’inverno demografico che colpisce l’Italia da decenni. Dalla cornice del Santuario delle Grazie monsignor Busca invita a passare dalla mentalità del “figlio-costo” a quella del “figlio-risorsa”, bene prezioso non solo per la famiglia ma per l’intera società, capace di portare speranza e futuro.
Ecco il messaggio del vescovo:
La festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria assume nel nostro territorio mantovano una caratterizzazione particolare, legata al santuario delle Grazie e al lavoro creativo dei maestri madonnari. Il tema su cui gli artisti si cimenteranno quest’anno è legato ai santuari mariani sparsi nel mondo, ognuno con un titolo particolare, che rivela la ricchezza del mistero della Vergine e la genialità locale dei popoli. Tuttavia, in questa molteplicità, emerge il prioritario riferimento a Maria come alla Madre raffigurata con il Bambino Gesù tra le braccia. Una maternità che celebra la gioia della vita e la lode al Creatore, soprattutto in un’epoca caratterizzata dalla perdita del desiderio di trasmettere la vita: «A causa dei ritmi di vita frenetici, dei timori riguardo al futuro, della mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate, di modelli sociali in cui a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni, si assiste in vari Paesi a un preoccupante calo della natalità» (Francesco, Spes non confundit, 9).
La società italiana vive ormai da quarant’anni un inverno demografico, che rappresenta una crisi ben più insidiosa della recessione economica. Rispetto ad altri Paesi, quello che ci penalizza non è solo il minor numero di figli desiderati, ma il crescente divario tra i figli desiderati e quelli concepiti, dovuto, almeno in parte, a politiche familiari e giovanili non sempre efficaci. Per risollevare la natalità, infatti, occorre sostenere il desiderio genitoriale con concrete politiche di sistema, inquadrate in un progetto di futuro desiderabile e sostenibile.
Se in passato la natalità era una “questione riservata alle donne”, oggi si tratta di rendere attrattiva la genitorialità per la coppia e la famiglia nel loro complesso. Ben vengano, quindi, gli investimenti nel campo dei servizi per l’infanzia sul territorio, a partire dagli asili nido. Tuttavia, credo che l’azione decisiva sia quella di promuovere un cambiamento culturale che porti a considerare l’avere figli non solo come un costo individuale a carico della singola famiglia, ma un bene collettivo che consente a tutta la società di porre basi più solide per il proprio futuro. Alla mentalità del “figlio-costo o intruso”, che toglie tempo e libertà chiedendo denaro e rinunce, occorre sostituire la mentalità del “figlio-risorsa”, che rigenera i tessuti familiari portando speranza di futuro e risvegliando energie di accudimento negli adulti. Per le coppie desiderose di generare figli percepire un clima positivo a sostegno della loro scelta è decisivo tanto quanto i servizi e le misure economiche, come ci ricorda ancora papa Francesco: «Oltre all’impegno legislativo degli Stati, non deve venire a mancare il sostegno convinto delle comunità credenti e dell’intera comunità civile in tutte le sue componenti, perché il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore, dà futuro ad ogni società ed è questione di speranza: dipende dalla speranza e genera speranza» (Spes non confundit, 9).
Una politica lungimirante è chiamata a realizzare un ecosistema in cui coloro che desiderano avere figli siano messi nelle condizioni di farlo, senza compromettere il posto di lavoro e la stabilità economica, con possibilità di conciliabilità, di sostegno al reddito e di servizi alla famiglia. Al di là di sussidi estemporanei, occorre quindi scommettere su politiche strutturali e interdipendenti, durature nel tempo e non legate alle contingenze politiche. La scelta di generare un figlio copre un orizzonte temporale assai lungo e richiede garanzie concrete e “rassicuranti” per le coppie che sperimentano il desiderio della fecondità.
La festa mariana che ci apprestiamo a vivere rivela ancora una volta come il messaggio cristiano rappresenti un inno alla vita e un “moltiplicatore di felicità”. Grazie alla donna l’uomo è reso padre e grazie all’uomo la donna sperimenta la maternità, in una fecondità che diventa la loro più alta felicità, rivelando il potere meraviglioso che il Creatore ha posto nelle loro mani, quello di concepire e dare alla luce la vita. Le case non allietate da voci infantili rimangono silenziose, quelle visitate dall’arrivo di un bimbo sono raggiunte da un raggio luminoso di quel Paradiso da cui la Madre, assunta in corpo e anima, continua a benedire ogni famiglia.
Marco Busca
Vescovo di Mantova