Fine del Bovi, ha scritto una luminosa pagina di storia a Pegognaga

PEGOGNAGA – Il Comitato Bovi è giunto al capolinea. A decretarne la fine è stata l’assemblea generale con parere unanime dei soci. Si chiude a Pegognaga un capitolo di storia comunitaria di singolare portata sociale, avendo il “Bovi” operato su due fronti: in modo diretto, per un sostanziale miglioramento di qualità di vita per i più deboli della popolazione, gli anziani; in modo indiretto, rendendo meno distanti dialogicamente le forze sociopolitiche del paese. Due le cause della fine del Comitato: donazioni liberali in persistente calo e soprattutto le disposizioni della nuova legge economica nei confronti anche dei sodalizi operanti nel campo della solidaretà, come ha spiegato l’ex direttore dell’ufficio ragioneria Fausto Gasparini. Fattori direttamente o indirrettamente collegati a aumento dei costi delle materie prime, pandemia, invasione russa in Ucraina.
«Oggi non è una giornata felice!», ha esordito con molta amarezza il presidente del Bovi Enos Gandolfi, proseguendo con un accorato excursus sui 22 anni di vita del sodalizio, sui beni creati a completamento della Rsa e del Centro Diurno, per l’edificazione dei Minialloggi protetti. Ha ricordato che l’esempio della benefattrice Ernestina Bovi è stato seguito da Germano Boninsegna, Francesco Grotto, Egeo Scarduelli, Fernanda Facchinelli e da migliaia di piccoli donatori. «Con la pandemia – ha continuato – ormai da tre anni non abbiamo più avuto donazioni. Ragione per cui dobbiamo tirarne le somme anche se spiacevoli». L’assemblea pur convergendo unanime sull’inevitabilità della cessazione, si è divisa tra amareggiati per la fine del sodalizio e coloro che invece proiettano al futuro il solco di solidarietà e di generosità tracciato. In questa direzione si sono pronunciati l’ex assessore ai servizi sociali Alberto Montani, l’infermiere professionista Attilio Pignata. Marco Carra, sindaco quando sorsero Rsa e Comitato «Queste sono le pagine di storia più belle e più edificanti di Pegognaga». Per il futuro? «Servono amministratori – ha detto l’ex assessore ai servizi sociali Daniele Benfatti – che facciano da interlocutori tra cittadini e Rsa». Il parroco don Flavio Savasi «E’ molto importante pensare a progetti che diano spazio ed importanza ai valori umani, alla solidarietà e al dialogo». Anche il vicesindaco Antonio Lui s’è detto edificato dal “Bovi”.

Riccardo Lonardi