Fondazione Comunità Mantovana in campo per prevenire la povertà abitativa

MANTOVA – La Fondazione Comunità Mantovana, presenta “Verso casa”, il progetto triennale contro la povertà abitativa che rappresenta un modello di intervento inedito e condiviso sul territorio di Mantova.

Promosso dalla Fondazione, guidato dal capofila Solco Mantova, assieme ai partner Proximis, Associazione Agape, Associazione Centro di Aiuto alla Vita, Associazione Abramo (con il sostegno di Comune di Mantova, Caritas Diocesana di Mantova, Consorzio Progetto Solidarietà – Distretto di Mantova, Associazione Industriali di Mantova, Fondazione Marcegaglia, Mestieri Lombardia Agenzia per il Lavoro, Associazione Piccoli Proprietari di Mantova, Prefettura di Mantova, Gruppo Tea), il progetto ha una dotazione di 438 mila euro e ha visto Fondazione Comunità Mantovana nel ruolo determinante di aggregatore di forze sul territorio per dare una risposta incisiva e rapida ai bisogni del territorio”, precisa il Segretario della Fondazione, Franco Amadei, “ma con l’ambizione di un mutamento di mentalità più a lungo termine”.

Come indicato dal nome, si tratta di un percorso, ovvero di un processo di avvicinamento a un obiettivo che inizialmente riguarderà solo i quindici Comuni facenti capo all’Ambito Territoriale Sociale di Mantova, ma che è caratterizzato dalla sua replicabilità: una volta, cioè, che sia stato messo a punto il modello di funzionamento sul territorio del Capoluogo e hinterland e ne siano state dimostrate la validità e portata, lo stesso può essere riproposto in altri Comuni e Ambiti della provincia.

In secondo luogo “Verso casa” mira a prevenire la povertà abitativa, anziché a rimediare a essa, grazie a una formula innovativa per target e metodo. “Verso casa” non si propone infatti di aiutare né chi non ha un reddito sufficiente a trovare alloggio né chi lo ha perso a seguito di sfratto, perché per suddette categorie esistono già interventi specifici di tipo assistenziale. Il progetto intende invece a sostenere una “fascia grigia” di popolazione che è vulnerabile, eppure, per le sue caratteristiche socio economiche, esclusa da altri interventi. Specificamente, i beneficiari del progetto si iscrivono in due categorie: coloro che, pur possedendo un reddito, faticano a  sostenere le spese legate all’abitazione, per l’aumento delle bollette o per spese impreviste (pensiamo a pensionati, a famiglie monogenitoriali o a famiglie numerose) e pertanto rischiano di perdere la casa; e coloro che, sebbene siano in possesso di un contratto di lavoro, non trovano alloggio per le diffidenze (talvolta comprensibili) dei proprietari di case, che temono danni o insoluti (per esempio, donne vittime di violenze, nuclei familiari in uscita da percorsi di accoglienza, immigrati).

Un’ ulteriore novità del progetto consiste nel suo metodo di lavoro:  l’analisi delle caratteristiche socio-finanziarie dei possibili beneficiari viene condotta da un’équipe unitaria, composta da profili professionali con competenze specialistiche differenziate, che collegialmente valuta le richieste e declina il ventaglio degli strumenti a disposizione in maniera personalizzata, flessibile e integrata con le risorse disponibili provenienti da altre istituzioni, così da evitare inefficienze e sprechi.

In totale il progetto si propone di raggiungere un significativo numero di nuclei familiari nel triennio, divisi tra coloro che saranno aiutati a mantenere l’abitazione che hanno in affitto e quanti saranno invece accompagnati alla ricerca, all’ingresso e al mantenimento di un’abitazione. Per questi ultimi, “Verso casa” ha previsto di definire un sistema di garanzie a tutela dei proprietari degli immobili, i quali talora preferiscono tenere i locali sfitti anziché rischiare le complicazioni legate a danni e morosità. Inoltre, l’accompagnamento dei nuclei familiari che per la prima volta diventano locatari viene mantenuto per almeno un anno, in modo da vigilare sulle rispettive capacità di gestione del budget familiare e di conservazione del buono stato dell’alloggio ottenuto.

In questo modo il progetto offre nuove modalità di incontro tra domanda e offerta di alloggi, in un‘ottica che risulta vantaggiosa sia per gli inquilini sia per i locatori, e che di conseguenza riduce considerevolmente il numero di persone in situazioni abitative di ripiego, se non di degrado, e la quantità di abitazioni sfitte sul territorio mantovano.