Fondi per il sisma ottenuti illecitamente: la Gdf denuncia due coniugi

MANTOVA La Guardia di Finanza di Mantova, nell’ambito della costante attività di polizia economico-finanziaria tesa alla vigilanza ed alla tutela del bilancio dello Stato, delle Regioni e degli Enti pubblici, ha eseguito un sequestro preventivo, finalizzato alla successiva confisca, per un importo di circa 342.000 euro. Il provvedimento, su richiesta della Procura della Repubblica di Modena, è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale a conclusione delle investigazioni svolte dai militari del Nucleo Polizia Economico Finanziaria della città virgiliana, nei confronti di una società del mirandolese, esercente l’attività di costruzione edifici residenziali.
Sotto il coordinamento della Procura modenese, interessata da quella di Mantova da dove erano iniziate le indagini, l’attività ha consentito, secondo l’ipotesi accusatoria, di appurare che i rappresentanti legali e di fatto di una società, parenti del soggetto committente proprietario dell’immobile, nel 2016 avrebbero artatamente ampliato l’oggetto sociale della predetta società esclusivamente per ottenere in appalto i lavori, senza tuttavia possedere alcun capitale, esperienza, dipendenti, mezzi e beni strumentali, caratteristiche richieste dal bando per ottenere il finanziamento dalla Regione Lombardia.
Questi, sempre dallo stato delle indagini, avrebbero dichiarato il falso in relazione alle proprie capacità nel settore dell’edilizia e, omettendo la volontà di subappaltare le opere, ottenevano i lavori. Tuttavia, quasi contestualmente, stipulavano un contratto di subappalto con un’impresa edile di Bologna, evasore totale, per la quasi totalità dei lavori da svolgere.
Nell’affidare i lavori, i rappresentanti della società mirandolese (due coniugi) omettevano, altresì, sempre in violazione alla normativa nazionale e regionale, di verificare i corretti adempimenti alla normativa antimafia della subappaltata, che, dalle indagini, è risultata sia esclusa dalle “White List” prefettizie che priva dei requisiti necessari e, quindi, impossibilitata a ricevere alcun lavoro in appalto.
Le inadempienze da parte dei denunciati proseguivano anche nel corso dei vari stati di avanzamento dei lavori, conclusisi nel 2020; infatti, a causa dell’arresto per reati comuni del rappresentante della società subappaltata, affidavano una parte dei lavori ad altra ditta della zona senza comunicarlo alla direzione dei lavori e, quindi, al Comune, Ente intermediario con la Regione Lombardia.
In definitiva, gli indagati sono accusati di aver ricorso al finanziamento pubblico ponendo in essere una serie di artifici e raggiri per eludere le rigide regole fissate dalla normativa, riuscendo a far eseguire i lavori a basso costo e intascando un elevato margine di guadagno, formalmente giustificato dall’opera di coordinamento dei lavori. Queste ipotesi, condivise dal GIP su richiesta della Procura della Repubblica, hanno portato al sequestro preventivo di un immobile in Mirandola, di proprietà degli indagati, del valore stimato di circa 260.000 euro e disponibilità liquide della società per oltre 80 mila euro.
Nonostante gli anni trascorsi dai tragici eventi sismici del 2012, che hanno colpito parte dell’Emilia e del mantovano, le indagini della Guardia di Finanza proseguono al fine di rilevare eventuali ulteriori situazioni che possano aver turbato la regolare opera di ricostruzione anche parzialmente sovvenzionata da contributi pubblici.