MANTOVA – Migliorano i conti della diocesi di Mantova con un avanzo di esercizio riferito al 2022 di 45.243 euro contro i 22.770 dell’anno precedente. Il risultato della gestione ordinaria è positivo, sia a livello complessivo che a livello di singoli vicariati.
E’ quanto evidenziato stamani al Centro Pastorale Ferrini durante la presentazione del rendiconto economico e del resoconto dei fondi provenienti dall’8xmille erogati tramite la Cei nel corso del 2022. E’ stata questa l’occasione per l’economo Nicola Grassi di spiegare, tra le tante voci, come il rendiconto economico evidenzi un aumento delle entrate da offerte (+ 16,2 % rispetto al 2021 e +40,2 % rispetto al 2020), ritornando ai livelli pre-pandemia. Le altre entrate aumentano del 108% rispetto al 2021 per effetto della ripresa delle attività pastorali dopo la pandemia. Anche il totale delle uscite ordinarie è aumentato del 21,6 % rispetto al 2021. Gran parte dell’aumento dei costi è stato legato al caro energia.
Il quadro però nel suo complesso presenta alcune difficoltà per le quali la diocesi sta pensando di attivarsi giù in tempi molto brevi. Difficoltà legate in gran parte al fatto che sugli oltre 4 milioni e 154 mila euro arrivati dai Fondi 8X1000 ben 2 milioni se ne vanno per il sostentamento del clero. Vi sono poi i costi imporanti derivanti dalla manutenzione del vasto patrimonio immobiliare. “Nel solco di questa priorità, l’auspicio di una condivisione economica tra le diverse comunità cristiane, ancor prima di giungere alla “solidarietà monetaria”, credo debba realizzarsi nella condivisione degli immobili disseminati sul territorio, che da un utilizzo ristretto alla singola comunità devono entrare in un progetto dell’Unità Pastorale e del contesto territoriale che valorizzi al massimo tali strutture e le renda disponibili per tutti” ha dichiarato il vescovo Marco Busca nel suo intervento auspicando la valorizzazione e il riuso del patrimonio.
E poi c’è il problema che si trascina ormai da parecchi anni della mancanza di vocazioni con i preti che sono sempre meno e sempre più anziani. Solo 9 preti della diocesi di Mantova hanno meno di 40 anni. Serve una “dilatazione del concetto di ministerialità” ha detto il vescovo che ha poi dichiarato: “ritengo sia giunto il momento di procedere nella creazione di una rete diocesana di referenti laici, che alleviino i presbiteri dal considerevole peso della funzione amministrativa e, allo stesso tempo, favoriscano un dialogo costruttivo tra gli uffici amministrativi della diocesi e le comunità parrocchiali, creando spazi di formazione e confronto, anche in ragione di normative sempre più articolate, complesse e rigorose”.
Proprio questa è una delle tre progettualità indicata per il futuro.
La seconda progettualità, illustrata dal notaio e vice cancelliere della curia diocesana Nicola Comparini, è relativa al’iniziativa “Uniti possiamo”. Questa, promossa direttamente dalla Cei per mezzo del Servizio Nazionale del Sovvenire, è dedicata alla raccolta delle offerte deducibili per il sostentamento dei sacerdoti e si propone di coinvolgere la comunità parrocchiale per raccogliere in un mese le offerte necessarie a garantire la remunerazione di una mensilità per il proprio sacerdote, attraverso una donazione destinata alle erogazioni liberali gestite dall’Istituto centrale sostentamento clero (Icsc).
La terza progettualità, illustrata Vice direttore dell’Ufficio Beni Culturali -Edilizia di Culto Alessandro Campera, si concentra invece sul fundraising (la raccolta di
mezzi finanziari destinata a sostenere organismi ed iniziative senza
scopo di lucro) da realizzarsi attraverso la costruzione di progettualità condivise. Gli obiettivi della raccolta fondi sono innanzitutto l’attività caritativa e la gestione del patrimonio immobiliare per le quali i fondi dell’8X1000 sono oggi insufficienti. Si sta già lavorando ad alcuni progetti tra i quali la costruzione dell’oratorio di Montanara, i lavori alla chiesa di Levata e al campanile di Mosio.