Acqua, Ghizzi (Tea): “Investimenti, tecnologia e meno sprechi per vincere le sfide del futuro”

MANTOVA – Si è parlato anche e soprattutto di emergenza acqua nel convegno “Acqua Futura”, promosso da Tea, che si è tenuto oggi pomeriggio nell’ambito del seminario estivo di Symbola “Noi siamo i tempi” in corso al Teatro Bibiena di Mantova (che vedrà eventi anche domani e sabato). Tra i relatori il Nobel per la Pace Riccardo Valentini e Andrea Rinaldo, ordinario di costruzioni idrauliche all’Università di Padova e premiato nel 2023 con lo Stockholm Water Prize, il premio più prestigioso riguardo le tematiche idriche, e definito come un “Nobel dell’acqua”. Non sono mancati nemmeno i rappresentanti delle istituzioni e delle utilities: queste ultime sono fondamentali per fondamentali per dare risposte efficaci per la salvaguardia futura della risorsa. A moderare l’incontro la conduttrice televisiva Tessa Gelisio.
“Il problema è strutturale, dobbiamo avere una società più attenta all’acqua, tra organizzazione, impiantistica e infrastrutture – ha sottolineato Valentini – al di là delle buone pratiche individuali, che sono sempre positive. E soprattutto ci troviamo di fronte ad una crisi climatica che non era prevista. Ciò che si pensava un po’ di anni fa che fossero i consumi normali di acqua sono aumentati tantissimo. E l’agricoltura è il settore che soffre di più: il 70% dell’acqua che consumiamo è per l’agricoltura e per la produzione di cibo. Questo sarà uno dei grandi temi per il futuro”.
“L’emergenza acqua è causata da molteplici fattori: spreco, inquinamento, siccità, crescita della popolazione e aumento dei consumi. E’ un tema che coinvolge tutti: dall’industria ai consumatori, dagli enti locali ai gestori – ha detto il presidente del Gruppo Tea Massimiliano Ghizzi, al quale sono state affidate le conclusioni -. È tempo di agire subito, in maniera sinergica, per dare risposte efficaci, anche alla luce degli ultimi eventi legati al cambiamento climatico che, in un Paese come il nostro, caratterizzato da un dissesto idrogeologico diffuso, producono spesso effetti ancora più devastanti. L’obiettivo del panel, è quello di lanciare una proposta condivisa, in più punti, con azioni da avviare nei prossimi cinque anni rispetto agli impatti a breve, medio e lungo termine dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico e sulla disponibilità di risorsa idrica”.

Il ruolo delle utilities è fondamentale: “possono e devono promuovere un dialogo con altri stakeholder e possono  favorire un percorso virtuoso verso gestioni sempre più efficienti, con l’obiettivo di garantire un servizio di qualità al cittadino anche a fronte delle sfide future del servizio” sottolinea Ghizzi. Diverse le azioni che occorre intraprendere, come l’incremento degli investimenti, quanto mai necessario: “L’obiettivo è di aumentare del 50% gli investimenti annuali, passando da 4 a 6 miliardi, andando a potenziare tutte le infrastrutture del servizio idrico integrato per migliorare la capillarità e la capacità di trattamento del sistema di raccolta e di depurazione delle acque reflue riducendo l’impatto provocato sull’ambiente. Negli ultimi 10 anni gli investimenti sono aumentati del 94%, arrivando a 64 euro annui per abitante che ci fa avvicinare a Paesi come la Francia o la Germania, mentre siamo ancora lontano da realtà come Svezia, Finlandia o Regno Unito, dove gli investimenti medi superano i 100 euro per abitante”.

Inoltre è necessario creare stoccaggi diffusi per stabilizzare la rete idrica: “anche nell’idrico deve svilupparsi un sistema diffuso di stoccaggio per la stabilizzazione della rete. Ciò è fattibile con un’azione strutturale, coinvolgendo ATO, province e Regioni per inserire nei piani di investimento la progettazione e la realizzazione di sistemi di stoccaggio utili ad accumulare grandi quantitativi di acqua provenienti dalla depurazione e dalle precipitazioni, oggi disperse direttamente in ambiente, per renderle disponibili nei momenti di crisi idrica”.

Bisogna poi accrescere il riuso delle acque depurate e la sensibilizzazione sul tema: “in diversi territori la disponibilità di acqua per scopi agricoli e industriali è ridotta e messa a dura prova dalla crisi climatica. Recuperando acqua, già utilizzata per altri scopi, si riduce l’impatto sulla risorsa idrica a monte riservandola per fini più pregiati. Solo nel settore agricolo potrebbe passare dall’attuale 4% al 18%. Serve promuovere un uso consapevole della risorsa idrica, limitando gli sprechi e valorizzando la qualità dell’acqua di acquedotto”.

Fondamentale inoltre aumentare l’efficienza della rete e garantire la continuità di servizio: “l’obiettivo è quello di ridurre mediamente le perdite del 3% nei prossimi 2 anni. Questo sarà l’obiettivo principale di tutti i gestori attraverso attività di digitalizzazione, distrettualizzazione e controllo delle pressioni in rete supportate da tecnologie di ultima generazione. Negli ultimi 5 anni le perdite idriche percentuali sono state ridotte del 4,4%. Sempre con l’aiuto della tecnologia saremo in grado di prevedere le criticità che potrebbero portare a interruzioni di servizio. L’obiettivo è quello di ridurre mediamente le interruzioni del servizio di ulteriori 4 punti percentuali nei prossimi 2 anni. Negli ultimi 5 anni si sono ridotte del 32%”.

Diverse le azioni che Tea sta mettendo in campo nel territorio mantovano. “Tea insieme alle altre aziende del servizio idrico integrato della provincia di Mantova, ovvero Aimag e Sicam – ha concluso Ghizzi – si è aggiudicata recentemente un finanziamento da Pnrr di circa 32 milioni finanziato per il 90%, da realizzare entro la fine del 2025. Con queste grandi disponibilità, andremo a sostituire, digitalizzandola, la rete dei contatori dell’acqua installati presso le nostre famiglie e andremo a migliorare l’efficientamento delle reti distrettualizzando diversi territori della nostra provincia”.

REALACCI: “METTERE IN RETE L’ITALIA CHE SCOMMETTE SUL FUTURO”

“Abbiamo scelto ancora Mantova perché Mantova, come gli altri posti in cui si è tenuto nel passato il Seminario Estivo di Symbola, rappresenta quell’Italia che fa l’Italia: che mette assieme un’economia di qualità con la bellezza, con la storia, con la cultura e con la capacità di tenere assieme le comunità”, prosegue Realacci che evidenzia: “Quindi abbiamo scelto una frase che è un forte invito alla responsabilità: ‘Noi siamo i tempi’, diceva Sant’Agostino, ‘sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene e i tempi saranno buoni’. Se tutti siamo consci di questa prospettiva da percorrere assieme, siamo più forti nell’affrontare i problemi che abbiamo davanti. E devo dire, dirlo in un teatro dove ha suonato un Mozart non ancora 14enne è bellissimo: il Teatro del Bibiena ci ricorda che siamo anche eredi di una cultura e di una bellezza che sono un ingrediente del futuro”.