MANTOVA – Domani, domenica 7 febbraio alle ore 11, a Mantova in Piazzetta Martiri delle Foibe, una delegazione di Fratelli d’Italia di città e di provincia deporrà un mazzo di fiori alla stele che lí ricorda l’olocausto e l’esilio degli Italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia e Quarnaro.
A partire dal 2004 per decisione del Parlamento italiano si celebra il 10 febbraio il Giorno del Ricordo, dedicato alla memoria delle migliaia di vittime che tra il 1943 e il 1947 vennero catturate, uccise e gettate nelle cavità carsiche dell’Istria e della Dalmazia, le cosiddette foibe, dai partigiani comunisti di Tito e a quanti, istriani, fiumani e dalmati in quel terribile secondo dopoguerra, furono costretti a forza a lasciare le loro terre.
“È una vicenda complessa e dolorosa della storia italiana del Novecento a lungo trascurata – dicono gli esponenti di Fdi -, spesso negata o minimizzata, ancor più spesso travisata secondo le intenzioni di coloro che vollero contrabbandare questa vera e propria pulizia etnica per una “semplice” ritorsione partigiana. Non vi è dubbio infatti che da parte dei partigiani jugoslavi di Tito vi fosse anche la vendetta contro i fascisti e l’italianizzazione forzata. Sennonché ciò spiega soltanto in parte il fenomeno di pulizia etnica, di razzismo ideologico, di cui furono vittima gli italiani di quelle terre. Ne fa fede il fatto che fu fatta strage di donne e di bambini. Ne fa fede la cattura e l’eliminazione di don Francesco Bonifacio (beato e martire della fede), nato a Pirano d’Istria, vicino ai giovani e portatore degli ideali dell’azione cattolica. Ne fanno fede la cattura, lo stupro e l’assassinio di Norma Cossetto, 23 anni, colpevole di essere figlia di un fascista. Ne fa fede il fatto che la maggior parte degli italiani assassinati dentro le grotte verticali dell’Istria, della Dalmazia e del Quarnaro non erano fascisti né simpatizzanti del regime, ma furono pronosticati come “ostili” alla futura comunistizzazione della Slovenia e della Croazia. Se questi sono, come sono, i moventi della pulizia etnica che subirono gli istriani e i dalmati e dell’allontanamento forzato di circa 300.000 persone da quelle terre, risulta allora evidente, per chi vuole intendere, quale sia stato e sia tuttora lo scopo dei negazionisti, dei riduzionisti, dei minimizzatori che ancora oggi non si peritano di mettere il silenziatore su questa tragedia dell’umanità”.
“È giusto rifarsi alle parole di Liliana Segre – prosegue Fdi -, che a Milano, nel Giorno della Memoria dei milioni e milioni di vittime della Shoah, ha ricordato che l’indifferenza è già di per sé violenza. Ed è altrettanto opportuno ricordare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in occasione di un recente 10 febbraio ha ammonito che l’avversario da battere “più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi”. Le angosce e le sofferenze, ha detto ancora Sergio Mattarella, sono un monito perenne “contro le ideologie e i regimi totalitari che negano i diritti fondamentali della persona””.