PEGOGNAGA – Per rendere comprensibile ai giovanissimi un concetto nuovo come “economia circolare” dell’antica pratica del risparmio, che era alla base dell’economia dei nostri nonni spazzata via dall’era consumistica, le animatrici del Centro Culturale L.B.M. di Pegognaga Monica Binacchi e Chiara Fanti hanno improntato ludicamente la nozione scientifica accrescendo interesse e compartecipazione delle classi seconde e quinte della scuola primaria, che hanno seguito con straordinario entusiasmo i quattro laboratori bibliografici del progetto educativo “Il buono degli avanzi – Nutrire un pianeta“.
«L’obiettivo – spiega Chiara Fanti – è stato quello d’educare al consumo sostenibile, sviluppando nel contempo una piccola economia circolare scolastica. Si è trattato di un progetto nato dalla collaborazione tra Comune, CIR Food, Istituto Comprensivo di Pegognaga, Associazione Il Formicaio, Mantova-Ambiente, Coop. San Lorenzo». «Abbiamo accolto i ragazzi – illustra Monica Binacchi – con una bibliografia intrecciata, ovvero una serie di letture a partire dal cuore pulsante costituito dalla fiaba La Bella e la Bestia nella versione originale di J.M. Leprince de Beaumont. Cardini attorno ai quali si è sviluppata la bibliografia sono state le parole «brutto, bosco, libri, cura, vedere oltre e metamorfosi» tratte dalla fiaba. Partendo da ogni termine con gli alunni abbiamo percorso strade inducendoli a parlare di rifiuti, riciclo, produzioni artistiche, a cominciare appunto dagli avanzi. Hanno capito l’importanza della lettura che produce conoscenza e quindi apprendimento della chimica, del valore vitale degli alberi e dei lombrichi. Molto alto l’interesse dei ragazzi per gli utilizzi pratici degli avanzi alimentari.
Hanno così acceso un led con limoni spremuti; lucidato monete di rame con il loro succo; appreso dal vivo la nascita della bio-plastica da ingredienti naturali». Essendo l’entusiasmo contagioso, ovvio che poi i ragazzi abbiamo parlato in famiglia di economia circolare stimolando a loro volta gli adulti a praticarla.
Riccardo Lonardi