MANTOVA – Una testimonianza drammatica che racconta di momenti concitati, di un rapporto violento, e anche di droga. E’ quella con cui Elena Scaini, la 53enne di Mantova a processo per l’omicidio del marito Stefano Giaron, di due anni più giovane, e del ferimento della madre 76enne di quest’ultimo. Ieri mattina in tribunale, nella terza udienza in Corte d’Assise, la donna ha raccontato che il giorno in cui ha ucciso Stefano, il 6 ottobre scorso, avevano tirato di coca entrambi per due volte.
L’omicidio, secondo la donna, sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesimo violento litigio, per legittima difesa, dopo che l’uomo l’avrebbe immobilizzata mettendosi inginocchiato sopra di lei e “avrebbe tentato di strangolarla con una corda” con cui già in passato l’aveva minacciata.
“Continuava a stringere e ormai non riuscivo più a respirare, allora ho preso il coltello e l’ho colpito al collo” ha dichiarato la donna, che ha sempre respinto l’accusa di aver ferito l’anziana suocera sostenendo che era stato il marito a farlo dopo una violenta lite anche con questa. Elena Scaini ha raccontato di essere entrata nella camera da letto della 76enne e di averla trovata insanguinata. A quel punto l’avrebbe “pulita e aiutata a cambiarsi”. Poi sarebbe uscita per vendere la fede del marito in un Compro Oro e dopo qualche ora sarebbe partita alla volta di Zocca nel modenese. Era lì, nel paese di Vasco Rossi di cui sia lei che Stefano erano grandi fan che aveva deciso di andare per suicidarsi. In un Bed & Breakfast di quel luogo avrebbe tentato poi di togliersi la vita ingerendo dei farmaci, ma era stata salvata dopo aver chiamato il 112 e aver confessato l’omicidio del marito avvenuto nell’appartamento di via Mozart in Valletta Valsecchi dove la coppia abitava con la madre di lui da alcuni mesi dopo che era stata costretta a lasciare la casa di Curtatone per motivi economici.