CASALMORO – Scoperto nel Comune di Casalmoro uno scarico abusivo di acque: la scoperta è stata fatta grazie ai controlli disposti dal Gruppo Carabinieri Forestale Mantova, alle Stazioni Forestali, anche alla luce dell’attuale stato di emergenza idrica, dei controlli mirati a tutela delle matrici acquatiche. Captazioni di acque pubbliche, scarichi, messa in opera ed utilizzo di pozzi e gestione delle acque consorziate sono infatti ambiti puntualmente normati e regolamentati.
L’intervento è stato condotto dalla Stazione di Castiglione delle Stiviere: i militari in seguito ad un’attività d’indagine iniziata nel mese di marzo, accertavano uno scarico abusivo di acque individuando un tubo fisso senza soluzione di continuità con la linea produttiva, tubo dal quale veniva sversato un liquido grigiastro e microsostanze plastiche nell’adiacente canale; un campione dell’acqua è stato prelevato da tecnici ARPA Mantova intervenuti sul posto ed è ora sotto analisi per escludere la presenza di sostanze inquinanti.
A monte dello scarico, direttamente dal corpo idrico veniva accertata una captazione abusiva d’acqua a mezzo pompa, senza che questa fosse stata autorizzata dagli enti competenti.
Veniva pertanto segnalata alla Procura di Mantova l’azienda responsabile dello scarico; ai sensi del T.U.A. (Testo Unico Ambientale) “Chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l’autorizzazione sia stata sospesa o revocata, è punito con l’arresto da due mesi a due anni o con l’ammenda da millecinquecento euro a diecimila euro”.
Relativamente al non autorizzato prelievo d’acqua è stata elevata una sanzione amministrativa da 8.000 a 50.000 euro per la violazione di cui all’art. 17 c. 3 del Regio Decreto 1775/1933; il recente Decreto Legge n.39 del 14 Aprile 2023 “Decreto siccità”, oltre ad introdurre disposizioni urgenti per il contrasto alla siccità, ne inasprisce le sanzioni. La pompa abusiva è stata contestualmente posta sotto sequestro amministrativo.
L’illecita captazione d’acqua, oltre ad inficiare le già scarse risorse della stessa, se effettuata in luoghi ad alta valenza naturalistica come lanche, bodri, risorgive e rogge rischia di compromettere la loro già delicata e rarefatta biodiversità, con particolare riguardo agli endemismi di flora e fauna tipici di questi ecosistemi.
Le attività di controllo e sopralluogo, quando trattasi di inquinanti , sono sempre supportate da tecnici ARPA con le derivate prescrizioni.