Il caldo riporta l’allarme ozono nel Mantovano. Legambiente: in 3 anni una media di 52 giorni di sforamento

MANTOVA – Il caldo che non molla, anzi continua ad aumentare da alcuni giorni, sole e afa. Ce n’è abbastanza perchè nel Mantovano si siano tornati a registrare negli ultimi giorni i primi superamenti dell’anno della soglia di informazione per l’ozono.
A diffondere i dati è Arpa Lombardia che tiene monitorate le diverse centraline della provincia. A Ponti sul Mincio ieri la centralina ha toccato i 198 microgrammi per metro cubo a Viadana 182 microgrammi. Entrambe sopra la soglia di informazione di 180 microgrammi per metro cubo. Valori schizzati verso l’alto in soli due giorni, dato che il 10 giugno tutte le centraline segnavano livelli sotto la soglia di informazione. L’11 giugno invece a Viadana si era ancora sotto il livello mentre a Ponti sul Mincio erano già stati rilevati 195 microgrammi per metro cubo.

SOGLIE DI INFORMAZIONE E ALLARME
La soglia di informazione viene definita come il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive.

La soglia di allarme invece, 240 µg/m3, rappresenta il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati.

I DATI DI LEGAMBIENTE
I dati storici del resto, analizzati in un’indagine da Legambiente, confermano che il capoluogo virgiliano è tra quelli a rischio ozono: nel triennio 2022-2024, Mantova ha registrato in media 52 giorni di superamento dell’obiettivo di lungo termine (OLT) per l’ozono — fissato a 120 µg/m³ — collocandosi tra le città colpite dal problema in un bacino padano dove comunque numerose altre città presentano una situazione ancora più critica.

Secondo Legambiente, oltre alla morfologia chiusa della Pianura Padana, un ruolo determinante è giocato dal metano, gas serra che agisce come precursore dell’ozono troposferico. “Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto concentrano quasi la metà delle emissioni nazionali di metano, dovute soprattutto: agli allevamenti intensivi di bovini, alle coltivazioni di riso, con emissioni elevate nei mesi caldi e alla scarsa gestione dei liquami zootecnici” dichiara Legambiente. Come sottolinea Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia: “Ridurre il numero di capi allevati e migliorare la gestione della materia organica è fondamentale per la sostenibilità zootecnica e per contenere le emissioni di metano”.La transizione verso pratiche agricole più sostenibili e il miglior uso della tecnologia per la produzione di biometano di qualità sono tra le soluzioni proposte.

LE RICHIESTE DI LEGAMBIENTE
L’associazione sollecita: una rapida riduzione delle emissioni di metano, in linea con il Global Methane Pledge (riduzione del 30% entro il 2030), la piena attuazione delle misure per limitare la circolazione dei veicoli diesel più inquinanti, politiche urbane più incisive (Low Emission Zones, Città30, trasporto pubblico potenziato), incentivi mirati per una zootecnia sostenibile e per la produzione di biometano “fatto bene”, sfruttando le migliori tecniche di gestione dei reflui.

CODACONS “INTERVENTI URGENTI PER LA SALUTE PUBBLICA”

“In Lombardia nel mese di giugno numerose stazioni di monitoraggio hanno rilevato concentrazioni elevate di ozono, con picchi preoccupanti in diversi comuni e valori prossimi alla soglia di allarme”.
Preoccupazione da parte del Codacons che ha presentato un esposto formale alla Procura della Repubblica, denunciando l’assenza di interventi efficaci contro l’inquinamento atmosferico in città.
In particolare, si chiede con forza l’attivazione immediata di piani di contenimento delle emissioni, controlli più severi sulle fonti inquinanti e l’introduzione di incentivi concreti per la mobilità sostenibile.

UN RISCHIO PER SALUTE 

L’ozono è un potente ossidante con effetti tossici su apparato respiratorio e sistema vegetale. Oltre a minacciare la salute umana, riduce la produttività delle colture agricole, un danno economico rilevante per un territorio a forte vocazione agricola come il mantovano. Inoltre, l’ozono è anche un gas serra: secondo l’IPCC, ha già contribuito per +0,23°C all’aumento della temperatura media globale.
Le categorie di persone maggiormente sensibili all’ozono sono le seguenti:
Bambini: perchè trascorrono molto tempo all’aperto e hanno maggiori probabilità di sviluppare fenomeni asmatici o altre malattie respiratorie.
Soggetti sani che fanno attività fisica all’aperto: adulti in buona salute che fanno attività fisica all’aperto (sia essa sportiva o lavorativa) diventano un gruppo “sensibile” perchè l’esercizio fisico può aumentare la frequenza respiratoria e quindi l’introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a 10 volte rispetto la situazione di riposo.
Persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche): tali malattie rendono i polmoni più vulnerabili agli effetti dell’ozono.
Persone con una particolare suscettibilità all’ozono: la reazione all’ozono è molto diversa da individuo ad individuo, per cui anche soggetti in buona salute possono risultare più suscettibili di altri. Tra queste anziani e persone con malattie cardiache.