MANTOVA – Asst di Mantova nella rete regionale delle Pancreas Unit: il Poma centro di riferimento per la chirurgia pancreatica maligna. Il riconoscimento è stato attribuito da Regione Lombardia sulla base dei casi trattati, ovvero almeno 50 nell’arco di 3 anni e la mortalità a un anno dell’intervento inferiore al 5 per cento.
“L’obiettivo – spiega il direttore del dipartimento Area Chirurgica e della struttura complessa di Chirurgia Generale del Carlo Poma Luigi Boccia – è quello di offrire ai pazienti prestazioni sicure e qualitativamente elevate, anche grazie alla collaborazione multidisciplinare con altri centri della Lombardia e del Veneto”.
All’ospedale di Mantova è attivo un percorso diagnostico e terapeutico allineato a quello regionale che prevede lo studio della patologia attraverso test di biologia molecolare e quindi il trattamento multimodale mirato attraverso terapie target chirurgica mininvasiva robotica.
La caratteristica principale del percorso dedicato di Asst Mantova è la multidisciplinarietà. È stato infatti costituito un gruppo di professionisti provenienti da diverse strutture aziendali che consente di ridurre i tempi di attesa dell’intervento chirurgico ma anche di rispettare i tempi necessari per le varie fasi terapeutiche.
“Il gruppo di professionisti – precisa il direttore sanitario Marianna Lorenzoni – ha anche recentemente elaborato un documento, sulla scorda del documento regionale, che descrive ogni singola fase di presa in carico del paziente al fine di permettere la migliore assistenza e fornire un sostegno assistenziale clinico, funzionale riabilitativo e psicologico”
Gli specialisti che si integrano nella presa in carico del malato appartengono alla Chirurgia Generale di Mantova-Asola e Borgo Mantovano, all’Endoscopia Digestiva, Anatomia Patologica, Radiologia e Diagnostica per immagini, Radioterapia, Medicina Nucleare, Oncologia, Medicina Generale di Asola e Borgo Mantovano e Cure Palliative.
La presa in carico avviene al momento della diagnosi della patologia, continua nella fase terapeutica – oncologica, chirurgica, radioterapica – e prosegue durante il follow-up con visite di controllo, al fine di garantire al malato la continuità di cura.
INCIDENZA
Nel 2023, sono stimate in Italia circa 14.800 nuove diagnosi di carcinoma del pancreas: 6.800 maschi e 8.000 femmine. Secondo le ultime stime AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) l’andamento temporale dell’incidenza di questa neoplasia è in crescita significativa. Rappresenta la quarta causa di morte nel sesso femminile (7 per cento) e la sesta nel sesso maschile (5 per cento); resta una delle neoplasie a prognosi più infausta con una sopravvivenza a 5 anni dell’11 per cento negli uomini e 12 per cento nelle donne.
FATTORI DI RISCHIO
Il fumo di sigaretta rappresenta il fattore di rischio più chiaramente associato all’insorgenza del cancro del pancreas. I fumatori presentano un rischio di incidenza da doppio a triplo rispetto ai non fumatori. Tra gli altri fattori di rischio chiamati in causa troviamo la dieta e le abitudini di vita. In particolare, l’obesità, la ridotta attività fisica, l’alto consumo di grassi saturi e la scarsa assunzione di verdure e frutta fresca sono correlati a un più alto rischio di sviluppare la malattia. Presente, anche se meno marcata, l’associazione con il consumo di alcool.
Tra le patologie d’organo che possono predisporre allo sviluppo del carcinoma pancreatico la pancreatite cronica che si associa ad un rischio fino a 10 volte più elevato rispetto alla popolazione generale così come il diabete mellito (1.5-2 volte) e la pregressa gastrectomia (3-5 volte). Inoltre, fino al 10 per cento dei pazienti con tumori pancreatici evidenziano una storia familiare.