MANTOVA – Ricorrono quest’anno gli 800 anni del presepe vivente di Greccio. Correva infatti l’anno 1223 quando San Francesco d’Assisi, di ritorno dalla Palestina, scelse l’umile paese montano oggi tra i più suggestivi della valle reatina, per rievocare la nascita di Gesù. Ed è proprio questa importante ricorrenza a darci lo spunto per riflettere col vescovo di Mantova Marco Busca sul Natale e su quale sia l’attualità oggi del presepe di Greccio e del messaggio che San Francesco volle lasciare.
Il vescovo invita a realizzare i presepi nelle case, soprattutto insieme ai bambini, ma è sui presepi viventi e sull’importanza di andare a visitarli che si sofferma in particolare, proprio come fu un presepe vivente quello realizzato da Francesco a Greccio otto secoli fa.
Rivivere il mistero dell’incarnazione e della nascita di Gesù, può diventare l’occasione per tornare a vivere un Natale più autentico. “Il presepe vivente può restituire anche un po’ di quella ruvidezza che abbiamo anestetizzato con un Natale troppo morbido. Invece l”incarnazione del Signore è all’insegna di questo realismo anche un po’ crudo, perchè è avvenuta nella carne, ha preso la nobiltà della carne ma anche la pesantezza e le contraddizioni della carne umana” dichiara il vescovo che alla luce di questa riflessione augura ai mantovani un “Buon Natale vivente”.
Nel video servizio la riflessione integrale del vescovo Marco Busca sul significato del Natale partendo dagli 800 anni del presepe di Greccio e dei suoi simboli ancora oggi di grande attualità