Il vescovo Trevisi: “don Mazzolari avrebbe denunciato questa economia di guerra”

BOZZOLO – “Don Mazzolari non avrebbe taciuto nei confronti di questa economia di guerra con un commercio delle armi che tiene su l’economia italiana e puntella quella tedesca, per fare due esempi, che vedono enormi crescite in percentuale. E chissà, forse avrebbe chiesto una tassazione degli extra-profitti delle industrie delle armi: strano che nessuno ne parli”.
Parole forti quelle del vescovo di Trieste Enrico Trevisi, originario di Asola, che ieri ha presieduto nella chiesa parrocchiale di Bozzolo la messa per il 65° anniversario della morte di don Primo Mazzolari. Con lui il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, il parroco di Bozzolo don Luigi Pisani e diversi sacerdoti, tra cui don Bruno Bignami e don Umberto Zanaboni, postulatori per la causa di beatificazione di don Mazzolari,

Prima dell’inizio della celebrazione il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, sul sagrato della parrocchiale, ha portato il saluto dell’Amministrazione e, tra i vari passaggi, ha ricordato come il 1987 sia stato un anno che ha accomunato lui e monisgnor Trevisi. In quell’anno Torchio è stato infatti eletto la prima volta alla Camera dei Deputati e Trevisi, quasi negli stessi giorni, è diventato sacerdote.
L’auspicio è che, “per l’anno del Giubileo che si avvicina il segno forte e chiaro di don Primo su temi attualissimi possa trovare il riconoscimento che attendiamo” ha detto Torchio.

Nell’omelia, il vescovo Trevisi ha citato la testimonianza di don Primo, uomo di fede, anche travagliata, e paladino della pace. “Oggi c’è la guerra, c’è la possibilità di vedersi inondati di sfollati. E per me, che sono a Trieste, sulla rotta balcanica, queste parole hanno un sapore particolare – ha dichiarato Trevisi –. E allora, come diceva don Primo: “Non bisogna chiudere la porta a nessuno, ma bisogna vigilare”.

Un “coro a tre voci”, tra la missione di don Mazzolari, il mondo di oggi e il Vangelo del giorno. Come nella prima apparizione del Cristo risorto ai discepoli, “chissà se anche noi riusciamo ad assaporare la grande gioia di incontrare il Signore. La situazione odierna, come ai tempi di Mazzolari, ci fa trovare riuniti in un cenacolo, proprio come gli apostoli. E come Tommaso, che non crede finché non vede le ferite nelle mani del Signore, anche noi sentiamo l’emozione del sentirci cercati da Gesù” ha spiegato il vescovo di Trieste che ha poi detto: “Anche se ci sono lampi di Pentecoste, talvolta la fede è desolata. Siamo quindi chiamati a questa testimonianza di fede, che fa fermentare la vita. E di cui Mazzolari ne è l’esempio”.

La messa si è conclusa con il saluto del parroco di Bozzolo, don Luigi Pisani, e con il un momento di preghiera sulla tomba di don Primo all’interno della parrocchiale.

A concludere le iniziative per il 65° anniversario della morte di don Mazzolari, sabato 13 aprile (ore 10), presso l’Università Cattolica di Brescia, ci sarà il convegno di studi dedicato a “Don Primo Mazzolari, la politica, la Democrazia Cristiana” promosso dalla Fondazione don Primo Mazzolari in collaborazione con le Raccolte storiche – Archivio per la Storia dell’educazione in Italia, della medesima Università.

1 COMMENTO

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