Lavori in corso al Mef per mettere a punto il decreto sui ristori alle categorie danneggiate dal nuovo Dpcm anti-Covid. Nei giorni scorsi il premier Giuseppe Conte ha chiesto rassicurazioni sui fondi prima di approvare il provvedimento. Il timore nel governo e nella maggioranza è che monti la rabbia nel Paese, che ci possa essere una reazione scomposta sulla seconda ondata da parte dei cittadini. Bisogna fare presto e evitare quei ritardi riscontrati nell’erogazione della cassa integrazione.
Tra oggi e domani è previsto il Consiglio dei Ministri. Gli indennizzi arriveranno direttamente con un bonifico da parte dell’Agenzia delle Entrate. Entro l’11 novembre, dice il ministro del’Economia si tratta di 300-350 mila aziende, e “la quota sarà superiore a quella dell’altra volta”.
Il premier ha promesso alle categorie interessate un incontro al più presto, lo ha garantito anche alla presidente di Confesercenti, per questo motivo ha incontrato una delegazione di ristoratori che stavano protestando davanti palazzo Chigi. “Questo è un momento complesso, c’è tanta stanchezza nel Paese: viviamo una pandemia che crea rabbia e frustrazione e che sta creando anche diseguaglianze nuove a quelle già esistenti”, osserva il presidente del Consiglio, “dobbiamo agire adesso” per salvaguardare il Natale.
La preoccupazione che le nuove norme non vengano capite dagli italiani compatta gioco forza i rosso-gialli. Le polemiche non mancano: ‘big’ del Pd mettono mirino le resistenze dell’Azzolina, di Spadafora e della pubblica amministrazione, esponenti pentastellati, invece, puntano il dito contro la responsabile dei Trasporti, De Micheli, mentre Italia viva contesta la decisione di arrivare ad una sorta di mini-lockdown.
Intanto Lega, Fdi e FI tornano a chiedere di essere ascoltati, e arriva anche da Cgil, Cisl e Uil l’invito a Conte di essere ricevuti.