In 500 alla Marcia della Pace. Poi in S. Francesco il ricordo di Luca Attanasio

MANTOVA – Cinquecento persone, tra cui moltissimi giovani, hanno preso parte questo pomeriggio alla Marcia della Pace organizzata dal Tavolo Bene Comune della Diocesi e da molte associazioni del territorio che ha attraversato il centro di Mantova partendo da piazza Sordello per concludere il tragitto nella chiesa di San Francesco, dove i partecipanti si sono fermati per un ulteriore momento di riflessione a più voci.

Ospiti dell’edizione 2025 della Marcia sono stati Salvatore e Alida Attanasio, i genitori di Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Popolare del Congo morto nel febbraio del 2021 in seguito alle ferite riportate in un attentato ai danni di un convoglio dell’Onu sul quale si trovava a bordo. Dopo l’accorato intervento da parte di don Alberto Formigoni, vicario generale della Diocesi, sul tema della pace, sono stati i ragazzi delle associazioni mantovane a porre delle domande ai coniugi Attanasio.

E’ così che si è srotolato il racconto sulla vita di Luca Attanasio, brillante studente della Bocconi folgorato dal mondo della diplomazia, un cammino che dopo un ciclo intensivo di studi l’avrebbe portato a diventare uno dei più giovani ambasciatori al mondo, in Congo appunto, dopo essere stato vice ambasciatore in precedenza in Nigeria. Ambasciatore italiano, ma anche ambasciatore di pace. La propensione verso gli altri, ha raccontato papà Salvatore, era evidente fin da ragazzino quando il figlio, 14enne, aveva chiesto al parroco del paese l’elenco delle persone anziane per poter andare insieme agli amici due o tre volte al mese a fargli compagnia. Da quell’esperienza è nata un’associazione tuttora esistente che si occupa anche di assistenza alle persone disabili.

Dell’amore di Luca per l’Africa si rincorrono i racconti del padre. “A chiunque andasse a trovarlo in Congo – ricorda – chiedeva di portare con sé una seconda valigia, e di riempirla di medicinali che avrebbe poi distribuito ai bambini. Ne ha salvati tanti, dal loro destino di sfruttati in miniera o di bambini soldato”. Un esempio, quello di Luca Attanasio, raccolto dai tanti che hanno riempito la chiesa di San Francesco. Si parla spesso delle nuove generazioni in termini negativi, ma l’evento di oggi testimonia l’impegno di molti di loro nell’associazionismo, nel volontariato, nella volontà di aiutare il prossimo. Ambasciatori, anche loro, di pace.