MANTOVA – Una fuga in auto dall’Ucraina durata ben 2mila chilometri per raggiungere Mantova iniziata il 24 febbraio. Due tappe, cinque giorni di strada. Protagonista di questa storia a lieto fine una coppia (lei incinta) di sordomuti, una doppia barriera linguistica. Il 3 maggio, alle 7.15, a due mesi dal loro arrivo, al Carlo Poma nasce Marco: tre chili di peso, 51 centimetri di lunghezza. Una promessa infinita per tutti.
Il papà, Kostantyn Pashkovskyi, 34 anni, ringrazia il Paese che li ha accolti: “Più volte sono venuto in Italia in viaggio, è la mia seconda patria e ci vivono anche i parenti della mia sorellastra. Siamo arrivati qui per essere al sicuro. Mia moglie ha partorito e mio figlio sta bene, un vero miracolo”.
Il piccolo che oggi guarda il mondo fra le braccia dei genitori sorridenti è rimasto due giorni ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale, perché aveva bisogno di un supporto respiratorio. Una difficoltà iniziale poi superata. Da sommare a tutte quelle della situazione delicata e drammatica che lo ha accompagnato verso la vita. Un percorso a ostacoli.
Kostantyn e la consorte 26enne Marharyta Kuznietsova sono ospiti di un connazionale residente a San Giorgio Bigarello, che vive in Italia da parecchi anni. A metterli in contatto con lui è stata una chat di gruppo, profughi sordi d’Italia.
In reparto il personale con l’aiuto di una mediatrice nella lingua dei segni o scrivendo domande e riposte sui telefonini. La famiglia della ragazza ha la casa distrutta, però è salva, a Kiev. Salva anche la famiglie di lui, ora Moldavia. Rimarranno qui finché non sarà sicuro tornare nella loro città, Odessa, “anche se nessuno sa quando il conflitto finirà”.