Incidenti e violenza negli allevamenti nel Mantovano: la Lav accusa il sistema intensivo

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“Stavolta arrivano dalla provincia di Mantova due notizie aberranti, ma purtroppo non sorprendentiUn allevamento di polli è andato a fuoco, le fiamme sarebbero partite dalla zona dove c’è l’incubatrice dei pulcini. Dalle notizie si legge che “sono morti 25mila animali, ma almeno gli altri sono stati salvati”. Così si esprime la Lav nazionale relativamente all’incendio accaduto nei giorni scorsi a Castellaro Lagusello 

L’associazione critica fortemente il fatto che 25 mila pulcini morti vengano considerati solo come “un conteggio di danno” ed evidenzia come il destino per quelli che si sono salvati sia comunque segnato. “Un destino comune a oltre 630 milioni di animali allevati in Italia ogni anno, fatti nascere con l’unica funzione di essere macellati, quindi uccisi in modo violento. E quindi di che salvezza stiamo parlando? È come se parlando di questi eventi ci fosse un filtro, imposto dalla rassegnazione che deve per forza essere così. O dalla visione dominante dove appare normale quello che non lo è, come confinare in capannoni industriali centinaia di migliaia di animali, al chiuso, ammassati, veri e propri tappeti di animali, che non hanno la minima possibilità di esprimere se stessi. Una vita di tortura” scrive la Lav che prosegue: “Sempre dalla provincia di Mantova arriva la notizia che un allevatore di anatre è stato denunciato per maltrattamentoper aver tagliato il becco senza seguire quanto disposto dalla legge e infliggendo quindi ulteriori sofferenze a quelle che è già possibile infliggere agli animali. Anche qui, pur accogliendo positivamente la notizia della denuncia, notiamo la narrazionel’allevatore ha tagliato il becco senza rispettare la legge e detiene 21mila animali invece di 18mila. Quindi il racconto sembra implicitamente dire che 18mila animali rinchiusi e con un taglio del becco a norma, necessario per evitare che si feriscano a vicenda, va bene. Ma anche qui, è un mondo al contrario. Pensiamo siano accettabili cose che non lo sono, in una normalità distorta in cui la violenza e la prevaricazione sono considerati elementi essenziali di un sistema produttivo che invece deve e può cambiare.Per concludere, una precisazione: la legge è importante, è fondamentale, ma non sempre ciò che è legale è giusto. Lavoriamo proprio per questo, per cambiare le leggi e renderle sempre più espressione di un mondo che sia giusto per chiunque abiti questo pianeta. È un processo lungo e tortuoso, ma già da subito ciascuno di noi può iniziare a farsi domande e decidere di non contribuire più a tutta questa sofferenza”.