Incidenti stradali, nel 2020 nel mantovano morti in calo (25). Distrazioni e alta velocità le cause principali dei sinistri

MANTOVA – Alta velocità e distrazioni alla guida: sono queste le cause principali (in 15 casi su 21 complessivi) degli incidenti mortali avvenuti nel mantovano nel 2020. A segnalarlo l’Aci di Mantova, che questa mattina ha diffuso il report riguardante lo scorso anno. Secondo le statistiche, elaborate proprio dall’Automobile Club e dall’Istat, il traffico nello scorso anno è stato ovviamente molto condizionato dal lockdown dovuto alla pandemia.

I dati nel mantovano: incidenti in calo, ma costo sociale molto alto

Nella nostra provincia, nel 2020 si sono verificati 706 incidenti, con 974 feriti e 25 morti. Tra questi 50 sinistri hanno interessato pedoni (nessun morto) e 111 i ciclisti (un morto). Un trend in calo, come dicevamo prima, anche a causa della pandemia: nel 2019 erano stati invece 33 i morti, con 1.088 incidenti e 1.631 feriti.

Il costo sociale complessivo è di oltre 86milioni 400mila euro, 212,31 euro per abitante, molto più alto rispetto alla media lombarda di 178,49, e comunque superiore anche a quella italiana (194,56 euro). Per quanto riguarda gli autoveicoli coinvolti negli incidenti mortali a guidare la classifica sono le automobili (15 deceduti), poi i veicoli commerciali (4), motocicli (3), ciclomotori (2), velocipedi (1). Il giorno più pericoloso per mettersi in viaggio nella nostra provincia si rivela essere il mercoledì (6 decessi), la fascia oraria quella tra le 10-13 del giovedì (3 morti). Per quanto concerne gli incidenti, invece, è il venerdì a rivelarsi la giornata peggiore (131).

Nel mantovano 25 morti totali (22 uomini e 3 donne, in maggioranza nella fascia tra i 30 e i 54 anni). Di questi 11, dunque quasi la metà, si registrano in incidenti sulle strade extraurbane (provinciali, regionali, statali), 4 su strade urbane, 4 su autostrade, 4 su altre strade in centri abitati, 2 su altre strade fuori dai centri abitati. Nelle strade urbane però c’è il record di incidenti e feriti (295 con 369 feriti contro 235 con 349 sulle extraurbane, nel totale complessivo di 706 sinistri con 974 feriti).

Il mese col record di incidenti è stato luglio (96, col record di feriti, 133), dopo un comprensibile rallentamento primaverile per il lockdown (minimo ad aprile con soli 14 incidenti), mentre il maggior numero di morti si è registrato nei mesi di giugno e dicembre (4 a testa).

Dati italiani in calo, fa eccezione la Sardegna

Se guardiamo al dato nazionale, nel 2020, sulle strade italiane, si sono registrati 118.298 incidenti con lesioni a persone, che hanno causato 2.395 decessi e 159.248 feriti. In media, rispettivamente, 324 incidenti, 6,5 morti e 436 feriti ogni giorno.

Tuttavia, in 17 province su 107 il numero di decessi è aumentato, specialmente in Sardegna, Oristano (+140%; 12 morti nel 2020, 5 nel 2019), Barletta-Andria-Trani (+120%; 22 morti nel 2020, 10 nel 2019) e Sud Sardegna (+76,5%; 30 morti nel 2020, 17 nel 2019). Oristano e Sud Sardegna portano la regione ad essere l’unica con un aumento di morti rispetto all’anno precedente. Viceversa, in provincia di Aosta non vi è stato alcun decesso per incidente stradale, Vibo Valentia fa registrare -77,8% (2 morti nel 2020, 9 nel 2019) Gorizia -70% (3 morti nel 2020, 10 nel 2019) e Trieste -66,7% (5 morti nel 2020, 15 nel 2019).

Cinque le regioni che hanno totalizzato un decremento apprezzabile di decessi: Valle d’Aosta (0 decessi), Calabria (-41%), Basilicata (-38%), Emilia-Romagna (-37%), Friuli Venezia Giulia (-35%). Milano (-32 morti), Venezia (-31), Padova (-28), Roma (-27), e Torino (-26) le province dove sono state risparmiate più vite umane. Tra i Comuni capoluogo oltre a Roma (-27 come per la provincia), Ravenna (-14), Torino (-12), Cesena (-12).

Incidenti in forte calo in alcune province della Lombardia, dove il lockdown è iniziato prima e la pandemia ha colpito più duramente: Milano, Como, Monza e Brianza (-41%), Bergamo (-39%), Pavia (-38%). A queste si aggiungono Avellino (-44%), Cagliari (-40%) e Siena (-39%).

37 province hanno raggiunto l’obiettivo EU 2020
Mentre nel nostro Paese, nel decennio che sta per concludersi, il numero dei decessi per incidente stradale è diminuito – in media – ‘solo’ del 41,78%, 37 province e 5 regioni hanno raggiunto l’obiettivo 2020.

Il periodo di lockdown imposto negli anni 2019 e 2020 ha visto un crollo di incidenti, morti e feriti per alcuni mesi in molte regioni. Viceversa per la ‘mobilità dolce’ (a piedi, in bici – anche a pedalata assistita – e monopattini elettrici) sempre più utilizzata nei centri urbani, in almeno la metà delle province italiane non è diminuito il numero di vittime.

Dal 2010 al 2020, complessivamente, si sono verificati 7.700 decessi in meno a causa di incidente stradale, distribuiti diversamente sul territorio nazionale. Sette le province, però, nelle quali il numero dei morti nel 2020 è più elevato rispetto al 2010: Lodi, Bolzano, Piacenza, Pistoia, Isernia, Trapani, Enna.

Indice di mortalità
In 16 province l’indice di mortalità – morti per 100 incidenti – è risultato più che doppio rispetto al valore medio nazionale (pari a 2,02): Sud Sardegna (7,8), Campobasso (6,8), Isernia (6,1), Oristano (5,8), Nuoro (5,8) le situazioni più critiche.

Gorizia, Milano, Genova, Savona, Prato, Rimini, Trieste, viceversa, sono le province in cui gli incidenti risultano meno gravi. L’indice di mortalità, infatti, è inferiore ad 1 morto ogni 100 incidenti. Nessun morto è stato registrato in provincia di Aosta.

Costi sociali
I costi sociali sono proporzionali alla dimensione ed alla gravità del fenomeno: Roma e Milano le province che incidono maggiormente sui costi sociali – rispettivamente 945 e 631 mln di euro, seguite da Napoli e Torino e con 377 e 370 mln.
Piacenza, Livorno e Genova le province con il maggior costo sociale rispetto alla popolazione – rispettivamente 328, 317 e 315 euro per abitante.

LA TABELLA NEL DETTAGLIO PER IL MANTOVANO, COMUNE PER COMUNE