Indagine Far West, estorsioni e minacce ai connazionali: fermata associazione a delinquere rom

VICENZA – Avevano costituito e partecipavano ad un’associazione per delinquere fondata sul vincolo familiare e su una sorta di gerarchia/venerazione verso i capi del gruppo, volta a mantenere un ruolo di supremazia nella città rumena di Lugoj e ad estendersi nei diversi Stati europei in cui si erano trasferiti i concittadini di etnia Rom, avvalendosi di un numero considerevole di adepti e fondando la propria azione su intimidazioni, violenze ed estorsioni di denaro. Questo l’identikit dei soggetti per i quali ieri i carabinieri di Vicenza hanno dato esecuzione all’ordinanza di arresto del GIP del Tribunale di Vicenza. A finire nei guai Sain Alexandru, alias “Guntu”, Ionel Ciurariu alias “Pipi Lugoj”, Bratian Varga alias “Bretian Cirpaci”,; nonché della misura degli arresti domiciliari nei confronti di Tiberius Rostas alias “Tibi Darynca”, Adam Neda alias “Baron Cosmin”, Stefan Bot alias “Momi Bot”, Ionel Ciurariu alias “Zoran Zis Zoran”, Brainar Sain alias “Beni” e Serban Dorin Ciurar  alias “Sebi”.

Si tratta di soggetti di etnia Rom, appartenenti a diverse famiglie provenienti dalla città rumena di Lugoj, dimoranti in Italia, in particolare a Rosà e Ravenna. 

L’indagine, coordinata dalla Procura di Vicenza, ha preso le mosse da numerose denunce presentate da una famiglia di etnia Rom residente nel territorio vicentino, a partire dalle quali si è ha avuto modo di accertare come il metodo estorsivo utilizzato dagli indagati nei confronti di tali soggetti era ampiamente rivolto nei confronti di molti connazionali, residenti in Italia ed all’estero, dai quali ottenevano il pagamento di somme di denaro per consentire loro di permanere – senza ritorsioni – nei territori nei quali si erano stabiliti. Come appurato dalle indagini, l’azione intimidatoria avveniva mediante richieste estorsive formulate anche con ostentazione di armi e munizioni, poste in essere principalmente attraverso l’utilizzo di socialnetwork – visibili dall’intera Comunità – e finalizzate alla corresponsione di un vero e proprio “pizzo” da parte dei connazionali, oltre che tramite l’esecuzione di una serie di organizzate azioni incendiarie e di danneggiamento ai danni di coloro che rifiutavano di corrispondere le somme di denaro richieste.

Le indagini portavano, inoltre, ad identificare al vertice dell’organizzazione Ionel Ciurariu alias “Pipi Lugoj”; un ruolo di rilievo veniva, invece, svolto dagli indagati Alexandru Sain e Bratian Varga ritenuti elementi organici dell’associazione, presenti ed attivi in tutti i momenti più rilevanti dell’attuazione del programma criminoso dell’organizzazione in funzione di esecutori materiali delle pretese estorsive.