MANTOVA – E’ incentrata sul tema delle “energie” la Lettera Pastorale del vescovo di Mantova Marco Busca distribuita oggi pomeriggio al Centro Pastorale al termine del tradizionale discorso alla Città in occasione della Ricorrenza del patrono Sant’Anselmo che quest’anno ha assunto la forma di dialogo.
Tanti i cittadini che hanno assistito a questo momento gremendo l’aula magna del Centro di via Cairoli dove è arrivato anche il vescovo emerito di Mantova Roberto Busti.
Dopo una introduzione del vescovo che ha accennato alle riflessioni proposte alla comunità con la Lettera, sono stati quattro rappresentanti di altrettanti ambiti delle “energie” da lui citate a dialogare su quale sia la possibilità che le energie diventino sinergie, in una società come quella attuale dominata dall’individualismo, molto più ripiegata su se stessa che non proiettata verso l’altro. Ecco allora che per le energie sociali è intervenuto l’assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini, per le energie naturali il presidente di Tea spa Massimiliano Ghizzi, per le energie della psiche lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Bondavalli e per le energie pastorali il vicario espiscopale per la pastorale don Matteo Pinotti.
I quattro, rispondendo alle domande del direttore di Mantovauno Monica Bottura che ha moderato l’incontro, hanno portato esperienze concrete di come, nei rispettivi ambiti, ci si stia muovendo per far si che nascano innanzitutto quei legami, quelle reti sociali e non che aiutino a superare le difficoltà di questo periodo, andando incontro soprattutto ai più deboli.
E quando viene chiesto loro come e quando si sia arrivati a un punto di rottura per cui oggi ci troviamo di fronte a una crisi trasversale di energie, la risposta più o meno all’unisono, e porta al momento, o meglio, al processo che ha fatto si che l’io sia diventato predominante rispetto al noi, l’individuo molto più importante della società che è a lui intorno, e che anzi spesso arriva a sparire. “Credo che tutto sia iniziato quando abbiamo iniziato a non essere più contenti di noi stessi” evidenzia Bondavalli tra gli assensi degli altri relatori.
E del resto è ben difficile poter essere soddisfatti di sè stessi in una società in cui la felicità è diventata un dato misurabile, spesso attraverso indicatori che nulla hanno a che fare con la vera felicità, ad iniziare da quelli economici.
Nella Lettera pastorale il vescovo Marco del resto dice: “Energie umane, sociali, culturali, caritative e spirituali che circolano nelle nostre famiglie e nella nostra città, generando e rigenerando vita nuova. Per questo, a “energie” accostiamo un’altra parola: sinergie. Un termine che lo arricchisce in senso comunitario e partecipativo. “Sin-ergia”, cioè “lavorare con”, “operare insieme”.
Tra i fenomeni più preoccupanti che il vescovo cita nella Lettera Pastorale e che don Matteo Pinotti evidenzia durante il dialogo c’è quello della denatalità, incomprensibile ad esempio per chi vive nei Paesi in via di sviluppo. Ma anche nell’Italia oggi delle culle vuote era un qualcosa di incomprensibile fino a 40-50 anni fa, e il cerchio si chiude ripensando al ragionamento della “felicità” a cui è direttamente legato quello della speranza: la mancanza di figli è lo specchio di una società che ha molta più paura che speranza.
E guarda caso dal dialogo emerge, con le esperienze di vita concrete portate dai relatori, che sono proprio i bambini quelli più generosi verso gli altri e quelli più ricettivi ai consigli verso il bene comune, nelle tante sfaccettature che la parole “bene” racchiude. Ma del resto Papa Francesco lo ha detto a chiare lettere “I bambini sono speranza” e a loro ha dedicato un libro, invitandoli ad abbracciare lo spirito di condivisione, tolleranza e pace.