Lombardia torna arancione, Fontana: “Algoritmo ISS sbagliato”. Moratti: “Non era errore nostro”

Covid, Lombardia, Fontana:

MILANO – Il presidente della Regione, Attilio Fontana, commenta la decisione giunta da Roma di riposizionare la Lombardia in zona arancione. “Un’ottima notizia. Viene confermato quello che da tempo sosteniamo, ovvero che i dati della Lombardia erano tali da collocare la nostra regione in zona arancione. E, in tal senso, la sola presentazione del ricorso al Tar del Lazio contro decisioni inique tutte romane ha contribuito a raggiungere il risultato auspicato”.

“Ai professionisti della mistificazione della verità, ribadisco ancora una volta – prosegue il governatore – che i ‘dati richiesti’ alla Lombardia sono sempre stati forniti con puntualità e secondo i parametri standard. Semmai qualcuno a Roma dovrebbe chiedersi come mai Regione Lombardia abbia dovuto segnalare il ‘mal funzionamento’ dell’algoritmo che determina l’Rt dell’ISS. Chi, invece, sostiene il contrario lo deve dimostrare con atti concreti e non manipolando la realtà a uso propagandistico.

In virtù di questa decisione, già da lunedì le scuole medie riprenderanno la propria attività in presenza. Quelle secondarie di secondo grado potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l’organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture.

Regione Lombardia, per quanto di propria competenza – conclude il governatore –  ha già attivato le procedure affinché il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture”.

MORATTI: “SPERANZA PRETENDEVA DICESSIMO CHE ERRORE FOSSE NOSTRO”

“Mi sono insediata da una decina di giorni e come mia abitudine ho studiato i dati e li ho approfonditi, accorgendomi sin da subito che c’erano elementi non coerenti. Dati che erano relativi al numero di contagi per 100.000 abitanti che risultavano al di sotto della media nazionale così come i dati relativi all’ospedalizzazione e perciò mi è risultato chiaro che fosse necessario avviare un nuovo confronto con il Ministero. Per questo avevo chiesto una sospensione di 48 ore dell’ordinanza per avviare un ulteriore confronto tecnico e valutare se era giusto stare o non stare in zona rossa. Il ministro pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro , ma non era un errore nostro. I dati che abbiamo mandato a Roma erano dati corretti. Non lo abbiamo accettato per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese, anche perchè questo errore è stato un danno enorme per la nostra regione”.

Lo ha detto il vicepresidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti.

“Una settimana dopo essere stati erroneamente posti in zona rossa – ha continuato – siamo stati riallocati in zona arancione, ma soltanto perché siamo riusciti a instaurare un dialogo tecnico da noi fortemente voluto e richiesto. Restare in zona rossa avrebbe avuto un costo altissimo e provocato un nuovo danno alla nostra regione. Sarebbe bastata da parte del Ministero, la volontà di sospendere per approfondire, mentre non è stato così e si sta cercando di ribaltare sulla Lombardia un errore che non ha compiuto. Continueremo a lavorare lealmente ma anche a chiedere che venga rispettato il nostro operato e a far valere le nostre ragioni sulla veridicità di questi fatti”.

“L’anomalia – ha concluso – si è creata nella settimana 35 per questo è stato richiesto un approfondimento tecnico. I flussi di Regione Lombardia sono sempre stati uguali per 35 settimane e sono sempre stati accettati puntualmente. Il meccanismo di calcolo complessivo dell’Rt non è noto, ma non è trasparente. L’elemento che ha fatto sballare i dati non ci è noto ma come abbiamo sempre detto, serve a questo punto della fase pandemica un’evoluzione dello strumento di calcolo.

L”indice Rt sintomi’ non è significativo in una fase di stabilità della pandemia. Serve poter affiancare all’Rt sintomi degli altri indicatori più pregnanti a rappresentare la situazione. Valorizzare di più il dato dell’incidenza dei tamponi”