CURTATONE – Un talk show inclusivo stile Maurizio Costanzo Show è quello che si è svolto questa mattina alla Pro Senectute di Levata azienda che si occupa di multisensorialità, snoezelen e cromoterapia. Al centro del dibattito i concetti “Multisensoriale e Disabilità”.
Protagoniste sono state tutte le figure che gravitano intorno al mondo della disabilità: docenti, educatori professionali, caregiver, oss, ma anche persone che frequentano le Rsd per avere una visione il più completa possibile.
“Abbiamo pensato che la Giornata internazionale delle Persone con Disabilità non poteva esaurirsi il 3 dicembre ed è così che abbiamo deciso di organizzare questo evento per il giorno successivo – spiega Mara Baraldi, co-founder dell’azienda di Pro Senectute – quando ci è stato proposto un evento stile Maurizio Costanzo Show non abbiamo avuto dubbi, è stato molto accattivante e molto partecipato. Potrebbe diventare un format da usare per altre iniziative”.
L’evento aveva lo scopo di far conoscere, ascoltare e condividere le idee che avvicinano ad una visione inclusiva della vita, ecco perchè il coinvolgimento di tante figure diverse, con ruoli diversi per avere le testimonianze dirette di chi vive la disabilità sotto diversi aspetti.
“Non siamo solo un’azienda che vende prodotti – prosegue Baraldi – siamo un’azienda di servizi che vuole diffondere una cultura, quella della multisensorialità, che può coinvolgere tutti, non solo i disabili sempre nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita”.
A dialogare con la moderatrice Valentina Tomirotti, che faceva il Maurizio Costanzo della situazione, sono stati Luca Scarpari, formazione e consulenza stimolazione basale e snoozelen, Giuseppe Bugada, direttore Coop Itaca, Giovanni Artoni, educatore professionale sanitario Coop Csa Mantova, Fiorenza Cavallari, caregiver, Donatella Bertolani, ospite Rsd Posto delle Fragole, Manuela Codoceo, Oss Coop Csa.
“L’approccio multisensoriale ci permette di offrire esperienze che rispondono ai bisogni unici di ciascuna persona, superando limiti fisici e cognitivi – ha detto Luca Scarpari, docente e consulente. Guardando al futuro, immagino la stimolazione multisensoriale sempre più integrata nelle strutture educative, riabilitative e sanitarie. Le nuove tecnologie, come la realtà aumentata e i dispositivi immersivi, potrebbero ampliare ulteriormente le possibilità, rendendo l’esperienza sensoriale ancora più personalizzata ed efficace. La mia speranza è che diventi una prassi consolidata, capace di arricchire la vita di tutti, non solo delle persone con disabilità”.
“Ringrazio veramente chi ha organizzato questo evento – spiega Giovanni Artoni, educatore professionale sanitario Coop Csa Mantova – è stato arricchente non solo per i relatori, ma anche per il pubblico. E’ stata una nuova modalità di approccio partendo dalla base scientifica, ovviamente, ma diretta anche ai non addetti ai lavori. Questo fatto poi di non avere barriere tra i relatori e il pubblico è stato davvero inclusivo, non c’era distanza tra chi parlava e chi ascoltava”.
Ma cosa vuol dire per un educatore utilizzare lo strumento multisensoriale “E’ sicuramente un valore aggiunto – conclude Artoni – che ti permette di creare nuove modalità di comunicazione con le persone. I benefici sono evidenti: non solo migliorano il benessere emotivo, ma facilitano la partecipazione attiva e abbassano le barriere relazionali. La formazione del personale è cruciale, ed è per questo che da eventi come questo si torna a casa con una visione più completa dei canali di utilizzo della multisensorialità e delle sue potenzialità”.
“Nel mio lavoro quotidiano, gli approcci multisensoriali sono fondamentali – ha spiegato Manuela Codoceo, Oss alla Coop Csa – utilizziamo stimoli come luci soffuse, musiche personalizzate e oggetti tattili per creare ambienti che aiutino le persone con disabilità a sentirsi accolte e serene. “Grazie all’approccio multisensoriale, ho potuto rivivere l’esperienza di un viaggio in montagna, anche senza poter essere fisicamente lì – spiega una persona con disabilità – il profumo del legno, il suono del vento tra gli alberi e la sensazione del freddo sulla pelle mi hanno riportato in quei luoghi che amo profondamente. È stato emozionante e liberatorio, perché mi ha permesso di superare i limiti fisici e di riconnettermi con ricordi e sensazioni che credevo perduti”.
“Essere caregiver significa vivere ogni giorno immersi in un mondo fatto di sfide, ma anche di piccoli miracoli – commenta Fiorenza Cavallari – il multisensoriale ci insegna che ci sono modi infiniti per comunicare, anche quando le parole non bastano. Questo approccio non solo migliora la qualità della vita della persona di cui ci prendiamo cura, ma offre a noi caregiver strumenti per sentirci meno soli e più efficaci nel nostro ruolo.”
“La nostra missione in Itaca è sempre stata chiara: creare contesti inclusivi in cui le persone possano vivere con dignità e qualità della vita. Per questo, abbiamo deciso di adottare l’approccio multisensoriale, che ci permette di andare oltre i metodi tradizionali e di rispondere in modo più completo ai bisogni delle persone con disabilità – spiega Beppe Bugada, direttore di Cooperativa Itaca di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. I primi risultati sono stati straordinari: maggiore coinvolgimento degli utenti, abbattimento delle barriere comunicative e una sensibile riduzione dello stress per i familiari”.
Un importante investimento economico iniziale tra attrezzature e formazione del personale che però si sta ripagando grazie ai benefici evidenti che si possono osservare ” Abbiamo osservato un incremento dell’efficienza operativa e un miglioramento significativo nella soddisfazione degli utenti e dei loro cari” – conclude Bugada.
Il pubblico ha poi potuto sperimentare in prima persona l’approccio multisensoriale attraverso dimostrazioni pratiche che hanno evidenziato come le diverse modalità percettive possano trasformare il modo in cui viviamo e interagiamo con il mondo. “Questo evento non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per una riflessione collettiva su come possiamo rendere la nostra società più accogliente e inclusiva,” ha concluso Mara Baraldi, co-founder dell’azienda di Pro Senectute.