La piazza di Gazoldo intitolata a monsignor Giovanni Volta: storia, memoria e futuro si incontrano

GAZOLDO DEGLI IPPOLITI – Una cerimonia sentita e partecipata quella che si è svolta oggi pomeriggio a a Gazoldo degli Ippoliti, con l’intitolazione della piazza del Monumento ai Caduti a monsignor Giovanni Volta, vescovo di Pavia per 17 anni e illustre concittadino, nato proprio a Gazoldo nel 1928. Un momento solenne, che ha saputo intrecciare il filo della memoria storica con uno sguardo verso il futuro della comunità. La cerimonia si è inserita nel quadro di due ricorrenze di grande rilievo per il paese: il 100° anniversario del Monumento ai Caduti, inaugurato nel 1925 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, e il 350° anniversario della Rocca Palatina, costruita nel 1675 da Annibale Ippoliti. Due simboli della storia locale, oggi valorizzati con nuovi significati.

Il sindaco Claudio Pedrollo ha sottolineato l’importanza per Gazoldo di avere finalmente una piazza riconoscibile, pensata per diventare un vero punto di riferimento e di aggregazione per la comunità, soprattutto per i giovani. “Intitolarla a monsignor Volta è un atto di riconoscenza verso una figura che ha dato lustro a Gazoldo e che merita di essere ricordata, tutti i giorni, nel cuore del Paese”.

Il prefetto di Mantova Roberto Bolognesi e il sindaco Claudio Pedrollo scoprono la targa di intitolazione della piazza a monsignor Giovanni Volta

 Pedrollo ha spiegato come l’intitolazione della piazza si inserisca anche in un percorso di valorizzazione del centro storico del paese e ha anche ricordato con emozione i 100 anni del Monumento ai Caduti, facendo memoria dell’inaugurazione avvenuta nel 1925 alla presenza del Re d’Italia Vittorio Emanuele III, il quale in quella stessa occasione visitò anche l’orfanotrofio di Gazoldo, dove erano ospitati ben 350 bambini, molti dei quali rimasti senza famiglia a causa della Prima Guerra Mondiale. “È impossibile non pensare a quei bambini come a un simbolo di tutte le infanzie violate, comprese quelle di oggi, come quelle dei bambini di Gaza”

Tra gli interventi anche quello del presidente della Provincia Carlo Bottani che ha sottolineato come intitolare la piazza a monsignor Volta significhi “onorare una vita spesa per la comunità, i giovani, la fede e il pensiero”. Anche il parroco don Nicola Garusi ha tracciato un profilo intenso e affettuoso di monsignor Volta, sacerdote e uomo di cui si ricorda la disponibilità, la generosità, l’attenzione alla formazione dei giovani e la grande umanità. Elementi questi sottolineati anche dal prefetto di Mantova Roberto Bolognesi durante il suo intervento.
Alla cerimonia era presente anche don Giovanni Volta, nipote omonimo del vescovo, che ha guidato il momento di preghiera nel giardino del Palazzo Volta, luogo in cui il vescovo amava ritirarsi in meditazione. A rendere ancor più significativa la giornata è stato lo speciale annullo filatelico attivato da Poste Italiane per celebrare i 350 anni della Rocca Palatina, un gesto simbolico ma denso di valore, che ha suscitato grande interesse tra cittadini e collezionisti. Il pomeriggio si è concluso con l’apertura straordinaria della Cappella Palatina, accompagnata dalle note del violino di Monica Volta e della chitarra di Gianluigi Mutti. La cappella e l’antistante giardino, luoghi cari a monsignor Volta, che lì celebrò messa fino agli ultimi giorni di vita, saranno d’ora in poi accessibili al pubblico grazie a una convenzione tra la famiglia Volta e l’Associazione Postumia, guidata da Nanni Rossi, che ne curerà la manutenzione e la valorizzazione.