MILANO – “Ho chiesto di poter essere ricevuto dal ministro Speranza, al fine di poter illustrare i rischi di incostituzionalità contenuti all’interno della riforma del sistema sanitario lombardo. Quella votata un mese fa dal Consiglio Regionale lombardo è infatti una legge che non si adegua alla legislazione statale. In sede di discussione ho presentato quattro pregiudiziali di incostituzionalità. Tutte bocciate dalla maggioranza. Nonostante, né da parte della Giunta regionale né da parte della maggioranza consiliare fosse pervenuto alcun tentativo di confutarne i contenuti. Alcuni passaggi di questa riforma rappresentano una vera e propria sfida al Governo nazionale, passibili di impugnativa alla Corte costituzionale. Passasse il concetto che le Regioni possano derogare ai principi generali della normativa nazionale sarebbe a rischio l’intero Sistema Sanitario Nazionale”, così Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle.
Aspetti che hanno portato il consigliere regionale a rivolgersi al Ministro Speranza: “Nelle pagine di questa riforma, la stessa maggioranza ammette di andare contro la legge dello Stato e lo fa quando sostituisce le esigenze sanitarie legate alla programmazione, con le logiche di mercato. Vi è poi il problema relativo alle nomine dei direttori dei distretti sanitari. I direttori di distretto vanno nominati secondo la legislazione statale e non con norme ad hoc decise da Regione Lombardia. La suddivisione delle funzioni tra ATS e ASST poi non è in linea con le disposizioni statali, si è rivelata inadeguata e va modificata. Infine, La volontà di affidare la gestione della casa della comunità ai privati in violazione delle norme sulla concorrenza significa che alla tutela della salute si preferisce la ricerca del profitto e degli interessi che non sono quelli dei cittadini. I correttivi proposti e votati in sede di approvazione da parte del centrodestra, non sono sufficienti a correggere il rischio di incostituzionalità insito nella riforma. Motivo per cui ritengo necessaria la valutazione da parte del Ministero della Salute», conclude Fumagalli.